Spazio

Un grande impatto di asteroide (ma senza cratere)

L'analisi di frammenti di vetro ha permesso di localizzare nel Sudest asiatico il luogo in cui si schiantò un masso spaziale di un km di diametro, 800 mila anni fa. Tuttavia la "cicatrice" della collisione ancora non si trova...

Ottocentomila anni fa, un asteroide di un km di diametro impattò con la Terra, sollevando detriti che si sparsero in un decimo della superficie del pianeta. Ora l'analisi di alcuni di questi frammenti di vetro ha permesso di risalire al luogo più plausibile dello schianto, che misteriosamente sembrerebbe non aver lasciato tracce: benché si tratti di un episodio relativamente recente per la storia geologica della Terra, il cratere non è ancora stato trovato.

La ricerca pubblicata sulla rivista Geology sembrerebbe indicare nel Sudest asiatico la regione dell'impatto: oltretutto i nostri antenati (Homo erectus) dovettero assistere all'evento, o quantomeno percepirne gli effetti (sotto forma di inverno atomico).

Quello che resta. I ricercatori dell'Università di Perth, Australia, hanno esaminato la composizione di tre tectiti (oggetti vetrosi naturali che si formano in seguito all'impatto di grandi meteoriti sulla Terra) rinvenute in Thailandia. Frammenti come questi, riconducibili alla grande collisione cosmica, sono stati trovati in Asia, Australia e Antartide, ma i più grandi - alcuni del peso di 20 kg - sono tutti venuti alla luce nel Sudest asiatico: un indizio della vicinanza della collisione.

Per avere ulteriori prove si è passati all'analisi ravvicinata dei reperti vetrosi, in cerca di tracce della passata presenza di reidite, un minerale che si forma soltanto ad altissime pressioni e temperature (come nel caso di impatto di meteorite) e che soltanto pochi secondi dopo essersi formato scompare, trasformandosi in zircone.

Forti sollecitazioni. L'orientamento geometrico dei piccoli cristalli di zircone all'interno delle tectiti (disposti lungo tre diverse direzioni) ha confermato la passata presenza di reidite: gli zirconi che non sono mai passati per questa forma cristallina tendono infatti ad essere orientati tutti nella stessa direzione. La passata presenza di reidite indica l'esposizione dei frammenti vetrosi trovati a condizioni estreme di pressione e temperatura: la scoperta fa del Sudest asiatico il luogo più papabile per l'impatto.

Domanda aperta. Questo non risolve il mistero del cratere mancante: una cicatrice di 50-100 km di diametro, sufficientemente giovane per non aver subito pesanti effetti dall'erosione, dovrebbe prima o poi saltare all'occhio... ora che si sa dove cercare.

6 gennaio 2018 Elisabetta Intini
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