I blazar sono delle sorgente extragalattiche estremamente energetiche, molto compatte e variabili su tempi scala relativamente brevi ed una loro caratteristica è quella di emettere raggi gamma. Sembrano essere associati a un buco nero supermassiccio che in genere si trova al centro di alcune galassie ellittiche giganti. Sono tra i più violenti fenomeni osservati nell'universo e rappresentano un importante argomento dell'astronomia extragalattica.
Recentemente un gruppo internazionale di astronomi, utilizzando una combinazione di telescopi basati a terra e nello spazio, ha scoperto dei cambiamenti sorprendenti nella radiazione emessa da un nucleo galattico attivo. Il quadro che emerge da queste osservazioni simultanee nell’ottico e nelle bande X e gamma appare essere molto più complesso da quanto si pensasse e pone in crisi le teorie correnti su come i blazar generano l’enorme quantità di energia che emettono.
Un blazar dal comportamento molto strano mette in crisi le attuali teorie sui meccanismi che sono alla base della produzione dell’enorme energia emessa da questi oggetti.
La galassia, denominata PKS 2155-304, emette in direzioni opposte due getti di particelle che viaggiano nello spazio a velocità prossime a quella della luce man mano che grandi quantità di materia vengono fagocitate dal buco nero supermassiccio presente nelle sue regioni centrali. Questo oggetto si trova ad una distanza di circa 1,5 miliardi di anni luce in direzione della costellazione del Pesce Australe e di solito è rilevabile come una debole sorgente di raggi gamma. Il getto di materia che è emesso dal suo nucleo è diretto verso di noi e quando subisce un aumento di intensità di notevoli proporzioni, come fece nel 2006, PKS 2155-304 diventa la sorgente più brillante del cielo nei raggi gamma di più alta energia che possono essere rilevati dagli strumenti di cui disponiamo – un’energia fino a 50.000 miliardi di volte più intensa di quella che quest’oggetto emette in luce visibile.
La cosa strana è che durante i periodi di attività l’emissione X e gamma aumentano e diminuiscono in sincronia, ma la stessa cosa non accade quando PKS 2155-304 si trova in stato di quiescenza e per adesso nessuno conosce il perché di un così strano comportamento. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nella complessa interazione tra i vari componenti dei getti che producono la radiazione che osserviamo. Ulteriori osservazioni, già programmate, potranno forse chiarire in un prossimo futuro questo dilemma.