La maggior parte degli oggetti celesti viene suddivisa dagli astronomi in base alla loro posizione e alle loro caratteristiche chimico-fisiche. Questo vale, per esempio, per le comete: la teoria corrente vuole che esse arrivino da oltre Plutone e che siano composte da polveri e ghiaccio e all’avvicinarsi al Sole emettono una o più code. Ma la natura sa essere molto più complessa e varia rispetto alle categorie con cui cerchiamo di spiegarla.
È il caso della recente scoperta effettuata grazie ad Hubble. Se si osservano bene queste immagini scattate dal telescopio spaziale, si nota subito che il protagonista della foto è un asteroide, o al massimo una cometa. E invece… nulla di tutto ciò, o quasi.
Si tratta, infatti, di una coppia di asteroidi che orbitano l’una accanto all’altro nella Fascia principale degli asteroidi (cioè quella regione del Sistema solare tra Marte e Giove), ma che hanno molte caratteristiche in comune con le comete. Non s’era mai visto prima nulla di simile!
Nel momento in cui si sono avvicinati al Sole, infatti, essi hanno emesso una coda proprio come fossero delle comete. «Abbiamo rilevato forti indicazioni della sublimazione (ossia del passaggio da solido a gas) del ghiaccio d’acqua a causa del maggior riscaldamento del Sole, esattamente come avviene con le comete», ha spiegato Jessica Agarwal del Max Planck Institute for Solar System Research, che ha guidato il gruppo di ricerca i cui risultati sono stati pubblicati su Nature.
Lo studio di 288P, questo il nome dell’asteroide/cometa, è particolarmente importante per capire da dove sono arrivati gli oggetti che formano la Cintura degli Asteroidi, ma anche per comprendere come è nato e si è evoluto il nostro sistema solare.
Oggetti giovani. Dal momento della scoperta si è cercato di capire da dove sono arrivate le due comete. Secondo l’ipotesi prevalente esse sarebbero il risultato della frantumazione di un oggetto più grande che ruotava molto velocemente su se stesso.
Il fenomeno deve essere avvenuto non più di 5.000 anni fa, perché se fosse stato più vecchio a quella distanza tutto il ghiaccio superficiale sarebbe andato perso e non si sarebbe potuto osservare la coda ai nostri giorni.
Per gli astronomi che studiano il sistema solare si apre un nuovo capitolo di ricerca: quanti oggetti simili a 288P ci sono nella Fascia degli asteroidi? È un’eccezione o ve ne sono molti di più?
La scoperta inoltre amplifica la domanda che molti si fanno sui confini tra gli asteroidi (oggetti composti per lo più da rocce e polveri) e le comete (oggetti composti da rocce, polveri e ghiaccio), confini che sono sempre più labili.