New Horizons: oltre Plutone, viaggio al confine del Sistema Solare
Un video collage di immagini della Nasa simula un'esperienza per adesso impossibile, la discesa su Plutone. Ed ecco anche un primo bilancio della missione.
Un anno fa, in questi giorni, la sonda della NASA New Horizons sorvolava Plutone, il pianeta (nano) più lontano dal Sole.
Si conoscono pianeti nani più lontani,
ma Plutone ha una tradizione tutta sua.
Nelle poche ore prima e dopo il massimo avvicinamento, la sonda metteva in attività tutti gli strumenti di bordo, dalle macchine fotografiche agli spettrometri, per raccogliere la maggior quantità di informazioni possibili, che solo nei mesi successivi sono arrivate a Terra.
«New Horizons non solo ha completato l’epoca della prima ricognizione dei pianeti del Sistema Solare, ma ha anche incuriosito e ispirato il mondo scientifico. Chi poteva immaginare che Plutone ha un cuore?», racconta il direttore del Planetary Science della Nasa, Jim Green.
Il cuore a cui fa riferimento è la grande pianura che ha proprio quella forma, sulla faccia che si mostrò alla sonda della NASA. Ad oggi l’80 per cento dei dati raccolti in quei giorni sono arrivati a Terra (il resto arriverà entro ottobre) e a distanza di un anno è possibile fare un primo elenco di 10 importanti scoperte.
La complessità di Plutone e dei suoi satelliti è di gran lunga più elevata di quello che si aspettavano i ricercatori.
Plutone presenta un’attività geologica che va oltre ogni immaginazione per essere un pianeta così freddo e lontano dal Sole.
La presenza di nebbie al suolo e la velocità di fuga della sua debole atmosfera, molto inferiore a quanto si pensava, ribaltano ogni modello che ci si era fatti.
Una enorme frattura che si può osservare sul satellite Caronte fa pensare che sotto di esso vi sia un oceano congelato, e non è da escludere che un oceano d’acqua liquida esista ancora oggi sotto la superficie di Plutone.
Stando al numero di crateri presenti sulle lune di Plutone si può affermare che esse hanno tutte le medesima età e questo fa pensare che siano il risultato dello scontro tra Plutone e un altro corpo molto grande avvenuto miliardi di anni fa.
La superficie rossastra di Caronte è unica nel Sistema Solare e fa pensare che si sia formata da materiale sfuggito da Plutone e depositato sul satellite.
Con oltre 1.000 chilometri di diametro, il ghiacciaio di azoto a forma di cuore, informalmente chiamato Sputnik Planum, è ufficialmente il più grande ghiacciaio del Sistema Solare.
Plutone mostra grandi cambiamenti della pressione atmosferica avvenuti nel suo passato, e questo fa pensare che potrebbero esserci stati materiali liquidi che scorrevano sulla superficie.
Ci si aspettava di trovare un maggior numero di satelliti (oltre a quelli visibili da Terra), ma non è così.
1905. Urano si comporta in modo strano: la sua orbita appare disturbata da una forza gravitazionale che non sembra essere quella di Nettuno. Il miliardario bostoniano Percival Lowell, fondatore e direttore dell'osservatorio di Flagstaff, Arizona, si convince dell'esistenza di un "Pianeta X", al di là di Nettuno, del quale delinea anche l'orbita ipotetica. Per trovarlo, mette a punto una macchina in grado di comparare lastre fotografiche di cielo a diverse ore, per vedere se qualcosa sia cambiato rispetto allo sfondo delle stelle fisse. Lowell muore nel 1916, prima di individuare l'oggetto della sua ricerca. Il mistero resta irrisolto.
1929. Le ricerche sono sospese per un decennio, a causa di una disputa legale tra la vedova di Lowell e l'osservatorio su questioni ereditarie. Finché sul noioso lavoro viene messo il 24enne Clyde Tombaugh, astronomo americano di origine contadina (nella foto). Per sei mesi il giovane si "consuma gli occhi" sulle lastre fotografiche del cielo notturno di Lowell, osservando - si dice - circa 45 milioni di oggetti celesti. Una grande fatica che porta, in breve tempo, al risultato sperato...
18 febbraio 1930. Quel giorno, confrontando alcune immagini, Tombaugh rileva lo spostamento di un oggetto luminoso nel cielo notturno: il famoso Pianeta X teorizzato da Lowell, in una posizione compatibile con quella ipotizzata dal defunto astronomo 15 anni prima. In queste due lastre fotografiche risalenti a qualche giorno dopo e impressionate a 6 giorni di distanza, si vede un "puntino" di quindicesima magnitudine che ha cambiato posizione: è il nono pianeta del sistema solare. La notizia della scoperta viene telegrafata all'Harvard College Observatory il 13 marzo 1930, per farla coincidere con il giorno di nascita di Percival Lowell.
1 maggio 1930. Il "Pianeta X" ha finalmente un nome, Plutone, scelto dal Lowell Observatory su suggerimento di Venetia Burney, una bambina di 11 anni di Oxford (Inghilterra). Plutone è la divinità dell'oltretomba per il pantheon Romano. P e L, le prime due lettere del nome, sono anche le iniziali di Percival Lowell. Venetia è inoltre il nome dato a uno strumento a bordo della sonda della Nasa New Horizons, diretta verso Plutone: un misuratore costruito da uno studente che sta raccogliendo informazioni sulle polveri che colpiscono la sonda nel suo viaggio attraverso il Sistema Solare.
1930. Qualche mese più tardi, sulla scorta del successo di Plutone, lo stesso nome (Pluto, in inglese) sarà assegnato anche a un altro celebre personaggio: il cane di Topolino, ribattezzato in onore del pianeta appena scoperto.
22 giugno 1978. Plutone non è più solo: James Christy e Robert Harrington, dall'Osservatorio Navale americano Flagstaff Station, scoprono una piccola protuberanza sul disco di Plutone che ricorre periodicamente nelle lastre fotografiche che lo ritraggono (è visibile nell'immagine di sinistra, in alto). Si tratta di un satellite a cui viene dato il nome di Caronte (dal traghettatore delle anime dei defunti nell'Ade). La temporanea apparizione e sparizione della luna è dovuta alla rotazione del satellite e di Plutone attorno ai reciproci centri di gravità. Caronte è molto grande rispetto a Plutone (il suo diametro misura circa la metà di quello del pianeta nano), tanto che si ipotizza talvolta che si tratti di un sistema di pianeti binari.
Giugno 1988. I ricercatori del Kuiper Airborne Observatory, capace di effettuare operazioni di ricerca da 14 km di quota, scoprono che Plutone ha una sottile atmosfera, formata - lo si scoprirà più avanti - dalla sublimazione dei ghiacci di metano, azoto e monossido di carbonio che lo ricoprono. La scoperta viene effettuata osservando come una luce di una stella di fondo viene oscurata al passaggio del pianeta nano.
30 agosto 1992. Plutone non è l'unico corpo celeste nel Sistema Solare esterno: in questa data viene osservato per la prima volta 1992 QB1 (nei tre "cerchietti" nella foto), il primo oggetto transnettuniano (cioè oltre l'orbita di Nettuno) scoperto dopo Plutone e Caronte. Si tratta di un asteroide appartenente alla fascia di Kuiper: dal 1992 ad oggi sono stati osservati quasi un centinaio di oggetti simili. Autori della scoperta sono David Jewitt della Università delle Hawaii e Jane Luu dell'Università della California, Berkeley.
Ottobre 2005. Il reame dell'oltretomba di Plutone si arricchisce di nuovi personaggi di corte. In questo mese gli scienziati della Johns Hopkins University di Baltimora (USA) annunciano la scoperta di due nuove lune oltre a Caronte: Notte e Idra. Nel 2011 e nel 2012 saranno individuati altri due satelliti, Stige e Cerbero, grazie alle attente osservazioni di Hubble (Stige è circa 150 mila volte meno brillante di Plutone). Tutti i nomi scelti hanno affinità con il regno dei morti greco: Idra è il serpente a più teste guardiano dell'oltretomba insieme al cane policefalo Cerbero; Notte è un'antica divinità che dimorava nell'Ade; Stige è uno dei cinque fiumi infernali.
29 luglio 2005. Lo status di pianeta di Plutone comincia a scricchiolare. Mike Brown del California Institute of Technology annuncia l'esistenza di Eris (dal nome della dea greca della discordia), un pianeta nano ghiacciato nella fascia di Kuiper di dimensioni simili a quelle di Plutone. Sulle prime appare più grande del ex nono pianeta, un fatto che porta il suo scopritore a mettere in dubbio il fatto che Plutone sia effettivamente un pianeta come gli altri. Osservazioni successive mostrano come Eris sia in realtà leggermente più piccolo di Plutone, e dotato di un piccolo satellite, Disnomia. Oggi Eris è classificato come pianeta nano (assieme a Plutone), ma è detto anche plutoide, in onore del posto speciale che Plutone occupa nella storia.
19 gennaio 2006. Si parte! La sonda della Nasa New Horizons dà inizio, col lancio, al suo lungo viaggio verso Plutone, che terminerà quest'anno (il flyby è previsto per il 14 luglio 2015). A bordo porta una scatola metallica con le ceneri di Tombaugh e un'iscrizione che lo ricorda come "scopritore di Plutone e della terza zona del Sistema Solare".
24 agosto 2006. L'Unione astronomica internazionale ridefinisce i criteri che fanno di un corpo celeste un effettivo pianeta. Deve orbitare intorno al Sole, essere abbastanza grande affinché la sua gravità gli conferisca una forma sferica e avere l'orbita sgombra da altri corpi celesti di simili dimensioni. Plutone appare poco "ferrato" sul terzo punto: si stima vi siano circa 35 mila oggetti nella fascia di Kuiper di circa un centinaio di km di diametro e Plutone appare più grande, ma non molto diverso da questi (salvo essere molto più luminoso). Da pianeta passa, così, a pianeta nano, una notizia che provoca proteste e manifestazioni simboliche persino nelle piazze (soprattutto quelle americane).
14 luglio 2015. I "plutoniani" di tutto il mondo hanno esultato al passaggio ravvicinato della sonda New Horizons. L'enorme quantità di foto, dati e informazioni ci hanno riservato enormi sorprese. Sul pianeta nano ci sono ghiaccio bollente, colline di ghiaccio d'acqua, montagne di ghiaccio altre 3.500 metri. Plutone non assomiglia a nessun altro corpo celeste del Sistema Solare: o meglio, ne ricorda molti, tra lune e pianeti, ma solo qua e là, in piccole parti. Un pizzico di Marte, un cucchiaio della luna di Nettuno Tritone, una spruzzatina di Giapeto, satellite di Saturno.
Ora New Horizons si trova a circa 480 milioni di chilometri da Plutone e sta accelerando in direzione di un altro corpo del Sistema Solare esterno, chiamato 2014 MU69: l'appuntamento è per il 2019, per nuove e sorprendenti scoperte.
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