Il robot della NASA InSight, atterrato su Marte nel novembre 2018, si trova oggi completamente ricoperto da uno spesso strato di polvere marziana. Il "selfie" che ha recentemente inviato a Terra sarà con tutta probabilità anche l'ultimo nella missione. In questi giorni InSight produce grazie ai suoi pannelli circa un decimo dell'energia che produceva a inizio missione: quando InSight è atterrato, si legge nel sito che la Nasa ha dedicato alla missione, i pannelli solari producevano circa 5.000 wattora per ogni giorno marziano, o sol, sufficienti ad alimentare un forno elettrico per un'ora e 40 minuti. Ora producono circa 500 wattora per sol, sufficienti ad alimentare lo stesso forno elettrico per soli 10 minuti. Non potrebbe essere altrimenti vista la quantità di materiale che si è accumulata sui pannelli solari negli ultimi 3 anni.
Gli obiettivi. InSight atterrò su Marte con un obiettivo ben preciso: quello di studiare l'interno del pianeta, ricerca che fino ad allora non era mai stata eseguita dalla superficie marziana. Il robot depositò un rilevatore di flusso di calore e un sismometro. Per far funzionare il rilevatore di calore era stata costruita una sonda che sarebbe dovuta entrare nel terreno fino a una profondità di 5 metri. Ma le caratteristiche del suolo impedirono la discesa e quindi non ha mai raccolto dati. Il sismografo invece ha funzionato alla perfezione e ha raccolto centinaia di eventi sismici tra i quali alcuni anche di notevole intensità.
Lo studio del percorso delle onde sismiche ha permesso di avere un'idea più precisa di come è fatto l'interno di Marte: sono stati individuati una crosta, un mantello e un nucleo, e sono stati stimati i rispettivi spessori.
Meteo marziano. Tra le strumentazioni di bordo c'è anche un piccola stazione meteorologica che ha regolarmente inviato a Terra dati di temperatura, umidità e forza dei venti. InSight, ed ecco il problema, non è dotato di alcun sistema che permette di pulire i pannelli solari: gli ingegneri della Nasa confidavano nella formazione di piccole trombe d'aria, quelle che gli scienziati chiamano "diavoli di polvere", che passando in prossimità della sonda l'avrebbero ripulita dalla polvere, ma questo non è quasi mai accaduto.
E adesso? Adesso è probabile che il braccio utilizzato per realizzare il selfie venga posizionato a formare una "V" capovolta, a indicare che è… andato pensione. Il sismografo invece potrebbe continuare a funzionare ancora per alcuni mesi, ma se nessun diavolo di polvere ripulirà i pannelli fotovoltaici è probabile che anch'esso finirà per interrompere le sue attività entro la fine dell'estate.