Dopo aver viaggiato per 10 anni e 5,5 miliardi di chilometri, l'ultimo segnale lanciato dalla sonda New Horizons con informazioni raccolte durante il sorvolo di Plutone è arrivato a Terra, al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL), nel Maryland.
Alla velocità della luce la New Horizons sarebbe arrivata dov'è oggi in 5 ore e 8 minuti
Il messaggio è arrivato al radiotelescopio del Deep Space Network, a Canberra (Australia), e da qui al laboratorio di riferimento. Nell'arco di 15 mesi, sono così arrivati più di 50 Gbit di informazioni, immagini e dati sul pianeta nano più lontano del Sistema Solare.
Pronta al nuovo appuntamento. «I dati che abbiamo ricevuto su Plutone e i suoi satelliti ci hanno più e più volte sorpresi per la bellezza e l'insospettata complessità di quel piccolo sistema planetario», ricorda Alan Stern, responsabile scientifico della missione. «Ora però abbiamo tutti gli elementi per arrivare a disegnare un quadro completo: abbiamo un gran lavoro da fare per analizzare e approfondire le oltre 400 osservazioni scientifiche arrivate a Terra.»
La sonda della Nasa è stata lanciata nel 2006 e ha sorvolato Plutone e le sue lune nel luglio del 2015. A causa della sua velocità durante il sorvolo non poteva raccogliere le informazioni e contemporaneamente inviarle a Terra: per questo motivo è stato deciso che fossero stivate nella sua memoria, spostando l'invio al momento più favorevole. Così è stato, e l'invio del tutto ha richiesto alcuni mesi.
Ora i ricercatori effettueranno una revisione di tutti i dati arrivati a Terra, dopodiché la memoria della sonda verrà cancellata in modo che possa arrivare in prossimità del piccolo corpo della Cintura di Kuiper, noto come 2014 MU69 (presumibilmente il 1 gennaio 2019), pronta per raccogliere nuove informazioni da mandare a Terra.