Gli ingegneri della NASA stanno progettando le tute spaziali del futuro, pensate anche per raccogliere i "bisogni" degli astronauti. Per farlo si stanno ispirando al passato: le ultime tute che potevano contenere a lungo i bisogni fisiologici degli astronauti risalgono infatti alle missioni Apollo. L'era dello Shuttle, prima, e lo sviluppo della ISS, poi, hanno reso superflua la necessità di tute con "wc" incorporato.
Oggi gli unici momenti in cui gli astronauti "non possono andare al bagno" sono quelli delle attività extraveicolari, che durano al massimo una decina di ore, e quelle dei viaggi sulla Soyuz (al massimo 6 ore). In questi momenti, nel caso un astronauta debba evacuare, sono sufficienti i Maximum Absorbency Garment (MAG), componenti dell'abbigliamento degli astronauti non molto diversi da pannolini.
Le nuove tute allo studio della NASA serviranno invece per le missioni sulla capsula Orion, la navicella capace di portarci oltre l'orbita terrestre, fino alla Luna. La Orion sarà dotata di una toilette di bordo, ma nelle situazioni di emergenza, in caso di depressurizzazione, si dovrà ricorrere alle nuove tute; si chiamano Orion Crew Survival Systems Suits (OCSSS) e potranno mantenere gli astronauti in vita e gestire le loro urine e feci anche per sei giorni.
Ritorno alla semplicità. La Space Poop Challenge, un concorso lanciato qualche tempo fa dalla NASA per raccogliere idee su come sbarazzarsi delle necessità corporee nello Spazio, ha raccolto alcune idee, ma nessuna di queste sembra realizzabile velocemente per le tute della Orion. La NASA ha dunque preferito guardare al passato e alle tute delle missioni Apollo che avevano una borsa per raccogliere le feci e un catetere a forma di condom che sul fondo, terminava in un tubicino per far defluire le urine a un serbatoio esterno.
Anche le nuove tute OCSSS avranno tecnologie simili, ma dovranno trovare nuove soluzioni per le donne astronaute: in microgravità i liquidi tendono a salire, e serve una soluzione che li allontani dal corpo senza causare infezioni e rimanendo in posizione senza provocare dolore (funzionando anche durante il ciclo mestruale).
Si potrebbe optare per un sistema di aspirazione che conduca i fluidi all'esterno, sfruttando la differenza di pressione tra l'interno della tuta e l'ambiente della cabina. Il design finale non è ancora stato sviluppato, ma si ispirerà ai sistemi di tubi flessibili e materiali assorbenti usati dai piloti militari quando scappa la pipì in volo.