Un fiore su Marte? Possibile? Eppure la foto inviata da Curiosity lo scorso 19 dicembre mostra chiaramente un corpo perlaceo appoggiato al terreno la cui forma richiama da vicino quella di un inflorescenza ripiegata su stessa.
Sull'esatta natura di questo oggetto gli scienziati della NASA non si sono ancora sbilanciati: per ora Guy Webster, portavoce dell'ente spaziale per la missione su Marte, si è limitato a confermare che con tutta probabilità non si tratta di un pezzo di plastica caduto dal rover come ipotizzato inzialmente, ma di una formazione rocciosa.
L'oggetto è comunque piuttosto piccolo e nei prossimi giorni gli ingegneri dovranno lavorare parecchio per permettere a MHALI (Mars Hand Land Imager), una delle telecamere ad alta risoluzione in dotazione a Curiosity, di scattare altre foto che possano aiutare a chiarire il nuovo mistero.
Buchi nella storia. La scoperta del fiore marziano è avvenuta nella Yelloknife Bay, una depressione a 650 metri di distanza dal punto di atterraggio del rover.
Ed è proprio qui che Curiosity sceglierà nei prossimi giorni la sua
prima roccia da perforare.
Di tutti gli strumenti in dotazione alla sonda, il trapano è l'unico a
non essere stato ancora utilizzato e permetterrà di penetrare per 5
centimetri nelle rocce del pianeta rosso per prelevare campioni da
analizzare direttamente nel laboratorio di bordo.
Acqua?Sì, no, forse. Curiosity ha raggiunto la Yellowknife Bay all'inizio di dicembre e da
allora si è guardata attentamente attorno per identificare la roccia
migliore da sondare. Gli scienziati hanno deciso di perforare una zona
così distante dal luogo di atterraggio perchè le osservazioni condotte
con i satelliti e con gli strumenti della stessa Curiosity hanno
permesso di stabilire che il pavimento di questa regione, spesso tra 5 e
8 metri e vecchio di 3,5 miliardi di anni, potrebbe fornire
informazioni inedite sull'origine e la storia del pianeta rosso. E
magari trovare una risposta definitiva all'annosa questione sulla
presenza o meno di acqua, e di vita, su Marte.
Registratore geologico. “Questo strato di terreno è una specie
di registro degli eventi più antichi: Curiosity ha le stesse capacità di
analisi che abbiamo noi qui sulla Terra e che potremmo utilizzare per
stabile le condizioni ambientali primordiali” ha spiegato alla BBC John
Grotzinger, responsabile di questa fase del progetto e insegnante al
California Institute of Technology.
Al momento Curiosity si sta ancora preparando ma potrebbe aver scelto il
suo bersaglio: poche ore fa la NASA ha pubblicato un immagine che
mostra una zona di terreno ben spazzolata dagli attrezzi della sonda e
che sembra pronta ad essere perforata.
Fino ad oggi Curiosity ha analizzato il suolo polveroso di Marte,
fornendo agli scienziati importanti informazioni sui processi che
governano il clima freddo e asciutto del pianeta.