La cupola, il modulo della Stazione Spaziale Internazionale progettato in Europa, costruito in Italia da Alenia Spazio e aggiunto alla stazione nel 2010, è certamente la camera con la più bella vista dell'Universo (conosciuto). Ma è anche uno dei luoghi dove i detriti spaziali possono fare più danni.
È composta infatti da sette finestre: una centrale e sei laterali che com'è facile intuire - e come è successo - si possono scheggiare. In quei casi che si fa? La ISS non è una autovettura, che basta lasciare un'oretta in un centro specializzato per sostituire il parabrezza. A 400 km di altezza, nello spazio, la questione è un po' più complicata, ma meno pericolosa di quanto ci si possa immaginare.
Un lavoro semplice. L’operazione è stata compiuta qualche giorno fa dall'equipaggio della ISS e ha richiesto la chiusura della “porta” che ripara la finestra quando non è utilizzata. Una volta chiusa, la botola impedisce la depressurizzazione della Cupola. A quel punto gli astronauti hanno sostituito l’oblò centrale dall’interno.
La cupola ha sette finestre, la maggiore delle quali è quella circolare centrale larga 80 centimetri. I vetri di silice fabbricati negli Stati Uniti sono a quattro strati per complessivi 70 millimetri: il più esterno (10 millimetri di spessore), molto resistente, protegge dall’impatto di micro meteoriti o spazzatura spaziale. Poi - nella parte più interna del finestrino - ci sono due strati di vetro da 25 millimetri ciascuno per mantenere la pressurizzazione. Infine, nella zona più interna, c'è uno strato da 10 millimetri per evitare i graffi prodotti dagli astronauti.
Fino ad oggi nessun micrometeorite che ha impattato con le finestre ha creato problemi di pressurizzazione, tuttavia il più grande di tutti (il numero 7) mostrava numerosi segni dovuti a tali scontri e quindi si è preferito sostituirlo per evitare qualunque tipo di problema futuro.
La nuova finestra darà modo di scattare fotografie ancora migliori rispetto a quelle ottenute finora. Nei prossimi giorni la cupola sarà molto utilizzata dapprima per agganciare il modulo Cygnus che verrà lanciato oggi (18 aprile 2017) con un razzo Atlas 5 e nei prossimi giorni per seguire l’avvicinamento della Soyuz Ms-04 con a bordo due astronauti.