In poco meno di un mese tre appuntamenti spaziali di altissimo livello. Il primo è per l’atterraggio della sonda Philae sulla cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, il 12 novembre attorno alle 16:35.
Dopo un viaggio di oltre 10 anni per percorrere 6 miliardi di chilometri e raggiungere un oggetto che oggi dista dalla Terra circa 500 milioni di chilometri, il piccolo ragno Philae - che come Rosetta, la sonda che l'ha portato lì, è stato costruito dall'Agenzia Spaziale Europea - si staccherà dalla sonda madre alle 9:35 del 12 novembre. Quindi cadrà letteralmente verso la cometa, attirato dal suo debole campo gravitazionale.
Nessuno potrà intervenire per manovrarlo, in quanto la distanza tra la Terra e la cometa è tale che ogni messaggio radio impiega 28 minuti per arrivare. Per evitare un rimbalzo verso lo spazio Philae è dotata di ramponi che si aggrapperanno alla cometa non appena toccherà la sua superficie e di un piccolo motore programmato per entrare in funzione nel caso di un rimbalzo troppo violento (il motore dovrebbe riportarlo verso la superficie della cometa).
Nei tre giorni che seguiranno Philae scatterà centinaia di fotografie e grazie a un piccolo trapano - progettato e costruito in Italia - preleverà campioni di suolo da analizzare al suo interno. Rosetta, intanto, rimarrà in orbita cometaria per far rimbalzare verso Terra i segnali inviati da Philae. Nel frattempo la cometa si avvicinerà al Sole e metterà sù chioma e coda. A quel punto Rosetta analizzerà il materiale che uscirà dal nucleo della cometa, e proseguirà... finché le condizioni lo permetteranno.
Un'ITALIANA NELLO SPAZIO. Il 23 novembre, quando in Italia saranno le 22:01, un razzo Soyuz lancerà verso la Stazione Spaziale Internazionale Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana. Dopo un viaggio di circa sei ore la Soyuz si aggancerà alla ISS, la casa di Samantha per i successivi sei mesi. Futura, questo il nome della missione, si propone numerosi esperimenti soprattutto sul comportamento umano nello spazio. In questi giorni l'astronauta si trova in Russia, dove ha ultimato le prove che precedono il lancio. Nei giorni scorsi ha lavorato su una delle più difficili simulazioni, un incendio a bordo in fase di rientro a Terra. Superato a pieni voti!
Ora, dice l’astronauta, tutto l’equipaggio si sente pronto a quella che solo apparentemente è una missione di routine, in quanto ogni viaggio verso lo spazio offre una tale quantità di problematiche che ogni partenza è un miracolo della tecnologia. Il lancio fallito di Antares, che portava vettovaglie alla ISS, ne è una dimostrazione recente.
LA NAVICELLA PER MARTE. Il 4 di dicembre, infine, da Cape Canaveral verrà lanciato un razzo Delta IV Haevy sulla cui cima si troverà la prima navicella Orion. Sarà un volo di breve durata e senza equipaggio. Servirà per testare la Orion e per verificare il rientro a Terra con velocità simili a quelle che si toccano quando si vola verso la Luna. Con questo lancio si inaugura il nuovo sistema di trasporto nello spazio: nel 2017 viaggerà verso la Luna, ancora senza equipaggio, ma con il nuovo razzo SLS, in grado di lanciare la navicella anche verso Marte. Nel 2021 si avrà il primo volo con uomini a bordo, presumibilmente per andare a campionare un asteroide.
Spazio, ultima frontiera...