Nessun ostacolo ormai si frappone tra la navicella DART della Nasa e il suo obiettivo finale, Dimorphos, la luna dell'asteroide Didymos contro cui andrà a schiantarsi il 27 settembre, quando in Italia sarà l'1:14. Riuscirà la sonda a deviare, seppur di poco, la sua orbita? Si tratta di una missione non facile dato che l'oggetto da colpire è grande più o meno come il Colosseo di Roma. Per seguire tutte le fasi dell'impresa si può seguire la diretta live sul sito della Nasa.
Negli ultimi giorni, DRACO (acronimo di Didymos Reconnaissance and Asteroid Camera for Optical Navigation) ossia la macchina fotografica a bordo di DART ha scattato migliaia di immagini di stelle. Queste hanno fornito al gruppo di lavoro del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) che guida la missione della Nasa, i dati necessari per sostenere i test e le prove in corso sul veicolo spaziale in preparazione dell'impatto.
OCCHIO PUNTATO. DRACO è l'unico strumento scientifico a bordo di DART e avrà il compito di catturare immagini di Didymos e Dimorphos durante l'avvicinamento: proprio grazie alle immagini, il sistema di guida autonoma del veicolo spaziale manovrerà la sonda per farla impattare con precisione.
Lo scorso primo luglio e 2 agosto i tecnici della Nasa avevano direzionato DRACO verso Giove per verificare il sistema di puntamento e hanno ottenuto ottimi risultati. L'obiettivo era quello di rilevare e "mirare" alla luna di Giove, chiamata Europa, mentre spuntava da dietro Giove: sarà proprio così che apparirà Dimorphos rispetto all'asteroide madre più grande, Didymos, nelle ore precedenti l'impatto. Questo ha permesso di valutare le prestazioni del sistema di navigazione intelligente della navicella durante il volo. «Ogni volta che eseguiamo uno di questi test, affiniamo sempre di più i parametri che porteranno la sonda all'impatto finale», ha affermato Peter Ericksen ingegnere presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory.
Prova generale. L'immagine qui sotto, è stata scattata quando DART si trovava a circa 26 milioni di km dalla Terra e Giove a 700 milioni di km dalla navicella spaziale: le immagini sono state sottoposte a piccole correzioni di luminosità e contrasto, per rendere al meglio Giove e le sue lune. Carolyn Ernst, scienziata che analizzerà le immagini di DRACO, ha detto: «Le fotografie sono fantastiche e siamo entusiasti di ciò che DRACO rivelerà su Didymos e Dimorphos nelle ore e nei minuti precedenti all'impatto».
DRACO è una macchina fotografica ad alta risoluzione, molto simile a quella che era sulla navicella spaziale New Horizons della Nasa che ha inviato a Terra le prime immagini ravvicinate di Plutone e di Arrokoth, asteroide situato nella fascia di Kuiper.
L'Italia e l'Europa nell'impresa. DART è la prima missione di "difesa planetaria" al mondo: l'impatto per deviare Dimorphos avverrà a circa 24.000 km all'ora ma la deviazione sarà minima, difficile anche da rilevare con i più potenti telescopi terrestri: insomma nessuna possibilità che venga deviata l'orbita al punto da indirizzare l'asteroide verso la Terra.
L'evento comunque, sarà sotto gli "occhi" anche di una macchina fotografica che si trova a bordo di una piccola sonda italiana, LICIACube (acronimo di Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), realizzata da Argotec con il finanziamento e il coordinamento dell'Agenzia Spaziale Italiana, la quale, separatasi da DART lo scorso 12 settembre, si è posizionata per riprendere al meglio l'impatto.
DA TERRA. Per raccogliere le informazioni che arriveranno dallo Spazio si lavorerà anche dalla Terra. L'antenna di 35 metri dell'Esa a Malargüe, in Argentina, contribuisce già da maggio a fornire misurazioni ultraprecise della posizione di DART. La stazione crea un triangolo geografico sulla Terra quando viene associata alle antenne della Nasa situate a Canberra (Australia) e a Goldstone (California). Monitorare DART contemporaneamente da ciascuna località consente di determinare con estrema precisione la sua posizione, il suo orientamento e la sua velocità. Questo metodo di monitoraggio è noto come Delta-DOR (Delta - Differential One-way Range).
Sebbene nessun asteroide noto rappresenti una minaccia per la Terra, la missione DART dimostrerà che un veicolo spaziale può dirigersi autonomamente verso un asteroide-bersaglio relativamente piccolo, e che questa potrebbe essere una tecnica per deviare un oggetto in rotta di collisione con la Terra, se mai venisse scoperto.