Lo scorso 6 aprile un debole segnale sismico è stato registrato dallo strumento Seismic Experiment for Interior Structure (SEIS), il sismometro deposto su Marte dalla sonda InSight (Nasa), atterrata sul Pianeta Rosso il 26 novembre 2018. I dati sono ancora in fase di elaborazione, ma i ricercatori sono ragionevolmente certi che si tratti effettivamente di un segnale dell'attività interna di Marte - in ogni caso, sono altrettanto ragionevolmente certi che non si tratti di un tremito dello strumento prodotto dai venti di Marte.
«Fino ad oggi abbiamo raccolto solo "rumore di fondo", ma ora SEIS ha rilevato un sisma, e questo fatto apre un intero nuovo campo di stidi: la sismologia marziana. Il segnale rilevato rilancia la scienza sismologica planetaria, nata con le missioni Apollo, che lasciarono sulla Luna alcuni sismometri che nel corso degli anni hanno rilevato eventi sismici lunari significativi», afferma Bruce Banerdt, responsabile scientifico della missione InSight.
Sismometri nel Sistema Solare. Gli astronauti delle missioni Apollo hanno lasciato sulla Luna cinque sismometri, i quali, tra il 1969 e il 1977, hanno rilevato migliaia di terremoti e questo ha permesso di ridefinire la struttura interna del nostro satellite. Con il SEIS si spera di poter condurre studi analoghi per Marte, per avere un'idea più precisa della geologia e della storia geologica del pianeta. Del resto, anche sulla Terra lo studio delle onde sismiche dei terremoti sono il principale strumento che ci permette di investigare che cosa sta sotto i nostri piedi.
Il sismometro di InSight è stato deposto sul Pianeta Rosso il 19 dicembre del 2018. Fino a marzo di quest'anno non sono stati rilevati eventi sismici accertati: gli eventi registrati dal SEIS il 14 marzo e il 10 e l'11 aprile non sono infatti confermati come eventi sismici certi, a differenza di quello del 6 aprile.
Meteorite o terremoto? Per l'evento del 6 aprile i ricercatori propendono per un'origine interna al pianeta, ma non si sbilanciano del tutto. Le cause del sisma possono infatti essere più di una: da un movimento interno al pianeta (crosta profonda o mantello) all'attività superficiale di una faglia (una frattura che si può muovere), ma anche l'impatto di un meteorite. In effetti sarà difficile poter dipanare la questione, perché per localizzare l'epicentro (e dare così una risposta definitiva) occorrerebbero almeno tre sismometri. Ciò non toglie che ci sia grande soddisfazione alla Nasa per la precisione e la sensibilità di SEIS.
Problemi non risolti. A fronte di questo successo, si cerca ancora di capire che cosa abbia impedito al sistema di rilevazione del calore interno di Marte di scendere oltre i 30-40 centimetri di profondità (era previsto che scendesse fino a cinque metri).
Non si sa se lo blocchi un masso, un terreno più duro delle aspettatiive o un'altra causa: al momento non è ancora stato deciso se cercare un percorso alternativo per tentare di mandarlo più in profondità o se accontentarsi di rilevare i dati lì dove si trova.