Dopo la ripresa in diretta di una gigantesca frana (vedi post del 5 marzo 2008), la sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha inviato a terra delle bellissime immagini di una tempesta di polvere che spazza una vasta area del pianeta rosso. Scopo principale del lavoro di MRO è quello di studiare la superficie marziana, cercando di farci comprendere la storia dell’acqua su Marte, ma una parte del suo tempo è anche dedicato a tenere sotto controllo le manifestazioni più violente che di tanto in tanto si scatenano nella tenue atmosfera del pianeta, come la tempesta di polvere che sembra emanare da una rete di canyon riportata nell’immagine. Spesso su Marte le tempeste assumono una forma a spirale, come nel caso dei cicloni terrestri, altre volte si manifestano sotto forma di giganteschi fronti di nubi di polvere, come in questo caso. Marte quindi non è un pianeta “morto”, ma nella sua atmosfera si manifestano spesso intensi segni di attività.
Le tempeste di polvere marziane agiscono come catalizzatore per la formazione delle nubi. I venti, infatti, sollevano ad alte quote particelle di polvere che agiscono come nuclei di condensazione dell’umidità ivi presente che si deposita su di esse sotto forma di ghiaccio, dando luogo alla formazione di tenui nubi biancastre, simili ai cirri terrestri (in basso e in alto a destra nell’immagine a colori).
Immagine di una tempesta di polvere marziana ripresa dalla sonda MRO. In basso e in alto a destra sono visibili delle tenui nubi formate da cristalli di ghiaccio.
Le variazioni a cui va soggetta l’atmosfera durante un giorno marziano, la cui durata è superiore di 37 minuti rispetto a quello terrestre, sono abbastanza forti, sia perché non esistono oceani che agiscono come serbatoi di calore sia per il fatto che la bassissima densità dell’atmosfera marziana (circa 1/100 di quella terrestre) produce un ridottissimo “effetto serra”. La concomitanza di questi due fattori fa sì che le temperature aumentino rapidamente durante il giorno e altrettanto velocemente diminuiscano nel corso della notte. Su Marte, infatti, variazioni di temperatura di 100 °C tra il giorno e la notte sono comuni e questo ciclo di riscaldamento e raffreddamento si riflette nelle variazioni atmosferiche. A causa di questi forti sbalzi termici, abbastanza frequentemente le sonde in orbita attorno a Marte, ma anche i rover Spirit e Opportunity, hanno ripreso i cosiddetti “dust devil” (“diavoletti di polvere”), analoghi, ma dimensioni molto più consistenti, a quelli che talvolta si verificano sulla Terra nelle zone aride, quando in un ambiente apparentemente tranquillo si sviluppano improvvisamente dei vortici di vento (dei mini-tornado) che sollevano verso l’alto polveri e detriti.
Su Marte, fenomeni del genere lasciano sul suolo delle tracce ben evidenti, che segnano il percorso fatto da questi vortici.
Immagini lasciate sulla superficie marziana dai “dust devil”, turbini anche di grandi dimensioni che spesso si formano nell’atmosfera marziana a causa dei forti sbalzi di temperatura.