I risultati di una recente ricerca condotta da un gruppo di ricercatori anglo-americani indicano che su Marte in un passato relativamente recente le temperature dovevano essere significativamente più alte rispetto a quanto finora creduto. Si tratta di una buona notizia per la ricerca di eventuali forme di vita presenti sul pianeta rosso, in quanto tanto più breve è il periodo da quando su Marte si è verificato l’ultimo periodo caldo tanto maggiori sono le possibilità che eventuali microorganismi sviluppatisi in quell’intervallo di tempo favorevole alla vita possano essere ancora presenti sotto la sua superficie.
Questa scoperta è stata possibile grazie all’analisi dettagliata delle immagini di alcune morfologie superficiali presenti nelle regioni equatoriali del pianeta formate dallo scioglimento del ghiaccio presente nel suolo. I risultati di questo lavoro mostrano che la superficie marziana è stata soggetta a cicli di gelo e disgelo sino a circa 2 milioni di anni fa e che questa non è quindi rimasta bloccata in condizioni di permafrost (permanent frost, ghiaccio permanente) per miliardi di anni, come si era finora pensato.
Immagine ripresa dalla sonda MRO che mostra una regione dell’equatore marziano caratterizzata da strutture poligonali del tutto analoghe a quelle che si osservano nelle regioni artiche della Siberia e del Canada. In queste immagini sono visibili dettagli delle dimensioni di 1 metro.
Le immagini ad alta risoluzione, che mostrano una varietà di interessanti caratteristiche della superficie marziana, sono state ottenute dallo strumento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Le morfologie di questi terreni in precedenza erano state interpretate come il risultato di processi di natura vulcanica. Le immagini estremamente dettagliate ottenute da MRO mostrano che queste sono state invece causate dall’espansione e dalla contrazione di ghiacci e dallo scioglimento di abbondanti quantità di ghiaccio che impregnavano il suolo.
Una tale evidenza suggerisce che su Marte in un passato non troppo lontano le condizioni climatiche dovevano essere diverse da quelle attuali.
Tutte le formazioni superficiali osservate si trovano in canali di deflusso che c’è buona ragione di ritenere che siano stati attivi in un periodo compreso tra 2 e 8 milioni di anni fa. La dimostrazione della giovane età (geologicamente parlando) di queste morfologie sta nel fatto che esse appaiono sempre sovrapposte ad altre preesistenti.
In quest’immagine di MRO sono chiaramente visibili delle scarpate in regressione, caratterizzate da speroni e da insenature a forma di nicchia, che appaiono associate a canali di tipo fluviale formati dallo scorrere dell’acqua prodotta dallo scioglimento del ‘permafrost’. I lati dei due riquadri in basso hanno una lunghezza di circa 200 metri.
Nelle immagini sono visibili aree segnate da strutture poligonali, canali ramificati e zone ricoperte da detriti rocciosi che spesso formano conoidi di deiezione di grandi dimensioni. Tutte queste formazioni sono analoghe a quelle esistenti sulla Terra nelle aree dove il permafrost si sta sciogliendo.
Questi risultati mostrano non solo che nel recente passato c’era ghiaccio nelle regioni equatoriali di Marte, ma anche che questo ghiaccio si sciolse per formare acqua allo stato liquido e che in seguito ghiacciò di nuovo, ed una tale sequenza probabilmente si è ripetuta varie volte. Dato che l’acqua liquida è essenziale per la vita, questi ambienti potrebbero essere i posti ideali per cercare le eventuali evidenze di forme di vita microscopiche su Marte.