Spazio

Il telescopio spaziale James Webb ha individuato un asteroide che solo lui poteva vedere

Grazie alla sua "potenza" (e al caso), il telescopio Webb ha individuato un asteroide "minuscolo", che potrà dirci qualcosa in più sulla storia del nostro Sistema Solare.

Un asteroide molto piccolo è stato individuato grazie all'attività del telescopio spaziale James Webb. Si tratta di un asteroide grande più o meno come il Colosseo di Roma, che ruota nella Fascia Principale degli asteroidi, ossia la fascia costituita da centinaia di migliaia di corpi di piccole dimensioni che si trova tra Marte e Giove (qui una breve guida sulle regioni del Sistema Solare). Nonostante il gran numero di cui si è a conoscenza, pochissimi di loro sono stati studiati con precisione tale da conoscerne dimensioni e caratteristiche chimiche. Questo perché sono troppo piccoli per essere rilevati con precisione da Terra.

Nuove possibilità. Ora però, grazie al telescopio Webb si aprono nuove possibilità. L'oggetto da poco portato alla luce è probabilmente il più piccolo osservato fino a oggi con il Webb, e lo hanno trovato casualmente ricercatori che stavano analizzando dati di calibrazione del Mid-Infrared Instrument (MIRI).

Spiega Bryan Holler, scienziato presso lo Space Telescope Science Institute di Baltimora: «È sicuramente un risultato fantastico, che evidenzia le capacità del MIRI di rilevare in modo fortuito asteroidi con dimensioni che precedentemente non erano rilevabili nella Fascia Principale degli asteroidi. Le ripetizioni di queste osservazioni sono in fase di programmazione e ci aspettiamo pienamente nuovi asteroidi in quelle immagini».

Casualità. Il fatto interessante – i cui risultati sono stati riportati su Astronomy & Astrophysic - è che i ricercatori stavano lavorando con il telescopio Webb per determinare alcune caratteristiche di un altro asteroide, chiamato (10920) 1998 BC1, scoperto nel 1998.

Per vari motivi di tipo tecnico i risultati non sono stati creduti sufficientemente validi e quindi lo studio stava per essere chiuso quando dall'analisi di quanto raccolto è apparso l'intruso più piccolo e fino ad allora sconosciuto.

Per comprendere la potenzialità di questo strumento va detto che è riuscito a mettere in luce un oggetto di poco più di 100 metri di diametro ad una distanza di oltre 100 milioni di chilometri e che oggi risulta essere tra i più piccoli corpi rocciosi della Fascia Principale degli asteroidi. 

Grandi aspettative. La scoperta ha un grande valore soprattutto per meglio comprendere la nascita, la formazione e l'evoluzione del nostro Sistema Solare, proprio perché i modelli attuali prevedono che i pianeti siano nati da planetoidi con dimensioni molto piccole, ma che ad oggi sono gli oggetti meno studiati perché difficili da rilevare.

Saranno necessarie ulteriori osservazioni per caratterizzare meglio la natura e le proprietà di questo oggetto e sarà un esercizio di grande importanza per poter rilevare e studiare i milioni di altri corpi simili presenti nella fascia asteroidale

10 febbraio 2023 Luigi Bignami
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