Il super telescopio James Webb torna a incantarci con una delle sue immagini stupefacenti. Dopo la foto del... debutto dedicata all'ammasso di galassie SMACS 0723, seguita dallo splendido "panorama" della Nebulosa della Carena (Nebulosa di Eta Carinae, NGC 3372, ora le lenti del telescopio si sono concentrate sul pianeta Giove. Che con le sue gigantesche tempeste, i venti impetuosi, le aurore e le condizioni estreme – si legge sul sito dell'Agenzia spaziale europea ESA – ha molto da mostrarci.
Più indizi. Il telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA ha catturato immagini che forniranno agli scienziati ulteriori più indizi sulla "vita interna" del Pianeta.
Queste immagini – si legge nel sito dell'Esa – sono state raccolte grazie alla NIRCam (Near-Infrared Camera), che dispone di tre filtri infrarossi specializzati che mostrano i dettagli del pianeta. Poiché la luce infrarossa risulta invisibile all'occhio umano, è stata "tradotta" nelle lunghezze d'onda dello spettro visibile. In generale, le lunghezze d'onda più lunghe appaiono più rosse e quelle più corte risultano più blu. Per tradurre i dati del Webb telescope in immagini, gli scienziati hanno collaborato con una citizen scientist, Judy Schmidt.
Nella vista a largo raggio (prodotta usando due filtri) si vede Giove con i suoi deboli anelli, e le due piccole lune chiamate Amalthea e Adrastea. Si notano anche alcune macchie sfocate sullo sfondo: si tratta probabilmente di galassie che fanno "photobombing" in questa istantanea. L'immagine è stata acquisita il 27 luglio 2022.
Aurore e foschie. Nella foto "in primo piano" – ottenuta come le altre come un composito di più immagini – le aurore che si estendono ad alta quota sopra il polo nord e il polo sud di Giove sono rese visibili da un filtro che mostra con le tonalità del rosso le lunghezze d'onda maggiori ed evidenzia anche la luce riflessa dalle nubi inferiori e dalle foschie superiori
Un altro filtro, "mappato" sui colori giallo e verde, mostra le foschie che turbinano intorno ai poli nord e sud. Un terzo filtro, sulle tonalità del blu (lunghezze d'onda minori), mostra la luce riflessa da una nube principale più profonda. La Grande Macchia Rossa, una famosa tempesta così grande che potrebbe inghiottire la Terra, appare bianca in queste viste, così come altre nuvole, perché riflettono molta luce solare.
Insomma, abbiamo atteso per anni l'entrata in servizio del James Webb Space Telescope affinché ci svelasse segreti sull'Universo più profondo e invece, ancora una volta, ci stupisce mostrandoci immagini di oggetti che si trovano non troppo lontano da noi.