Nel 1987, in una galassia satellite della Via Lattea una stella esplose, dando origine alla più brillante e vicina supernova mai osservata in quattro secoli. L'evento avrebbe dovuto lasciare dietro di sé una stella di neutroni incredibilmente densa, ma finora, per quanto si cercasse, di questo oggetto celeste non c'era traccia. Era effettivamente celato da uno spesso strato di polveri stellari: ora, un gruppo di scienziati dell'Università di Cardiff (Regno Unito) è riuscito a individuare il nascondiglio della stella mancante. La scoperta è descritta sull'Astrophysical Journal.
Una vecchia conoscenza. La supernova in questione è conosciuta come 1987A e si trova a 163 mila anni luce, nella Grande Nube di Magellano. È una delle morti stellari più studiate di sempre: da trent'anni gli astronomi ne osservano i cambiamenti, come in un film la cui trama si dipana in tempo reale. Nelle foto (come in quella in apertura) l'avanzo di stella è ben riconoscibile dai brillanti anelli di gas emessi dall'astro a fine vita. Uno di questi somiglia a una collana di perle, e proprio su di esso si sono concentrate le osservazioni dell'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), una rete di 66 radiotelescopi operante in Cile.
Nella spessa nube di polveri che circonda la supernova, che occupa una porzione di Spazio circa 30 volte più estesa del Sistema Solare, è stata individuata una chiazza più calda e brillante del resto: è lì che, secondo gli scienziati, si nasconde la stella di neutroni. «Quella che vediamo è luce riciclata» spiega Haley Gomez, tra gli autori. «La calda stella di neutroni riscalda i grani di polvere stellare che assorbono quell'energia e brillano in lunghezze d'onda submillimetriche: è questo, ciò che si riesce a osservare».
Appuntamento rinviato. Anche se la stella di neutroni è per ora ben nascosta, tra 50, 100 anni dovrebbe diventare meglio osservabile, quando le polveri si saranno diradate. A quel punto, potremo capire qualcosa di più su quest'ultima fase dell'evoluzione stellare: «Monitorando il progresso di questa supernova possiamo confrontare la realtà a quanto predetto dai diversi modelli - commenta Phil Cigan, coautore - e non vediamo l'ora di catturare la radiazione diretta dalla stella di neutroni, quando le polveri si saranno dissipate».