Grazie alle osservazioni effettuate dal telescopio spaziale infrarosso dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Herschel (inizialmente chiamato Far Infrared and Sub-millimetre Telescope - FIRST), un team internazionale di astronomi ha scoperto degli imponenti flussi di gas molecolare che sfuggono dal centro di alcune galassie.
Queste gigantesche correnti di gas trasportano enormi quantità di materia e possono arrivare anche a velocità superiori ai 1.000 km/s.
Le osservazioni mostrano che le galassie più attive hanno venti più forti, che possono soffiare via buona parte della riserva di gas di una galassia, inibendo così la formazione di altre stelle e interrompendo o rallentando la crescita del buco nero centrale. Questa scoperta è la prima prova conclusiva dell’importanza dei venti galattici nell’evoluzione delle galassie.
Rappresentazione artistica di una galassia infrarossa ultraluminosa (Ultra-Luminous InfraRed Galaxy - ULIRG), che mostra un massiccio deflusso di gas molecolare. ESA
Nell’Universo più distante, e quindi più giovane, molte galassie appaiono essere ben più attive di quanto non sia la Via Lattea oggi. In altre parole, più una galassia è giovane più è ricca di gas, il quale è alla base dell’attività di formazione stellare. Ma quale è il meccanismo in grado di rimuovere enormi quantità di materiale dalle galassie più giovani, facendo diminuire la nascita di nuove stelle? Probabilmente, l’intensa emissione di radiazione e particelle delle giovani stelle giganti, oppure le onde d’urto prodotte dall’esplosione delle stelle più vecchie. Un’altra possibilità chiama in causa i vortici di materia che ruotano intorno al buco nero al centro della galassia. In effetti, le galassie maggiormente spazzate dai venti sono quelle che contengono un nucleo galattico attivo, nel quale c’è un buco nero gigante che risucchia la materia circostante.
I deflussi di gas sono una caratteristica chiave dei modelli di formazione ed evoluzione galattica, ma prima di questo lavoro non c’erano mai state prove decisive che indicassero il loro ruolo decisivo in questo tipo di processi. Questa ricerca, infatti, ha rilevato massicce correnti di gas molecolari, mentre quasi tutte le indagini precedenti hanno guardato principalmente i gas neutri e ionizzati che però non contribuiscono alla formazione stellare.
I ricercatori hanno iniziato a studiare questo fenomeno in 50 galassie e in questa prima parte del lavoro si sono focalizzati su 6 di esse, rilevando come ciascuna di queste perda in un anno l'equivalente di circa 1.200 masse solari. Un flusso così intenso sarebbe in grado di eliminare l'intera riserva di gas da cui si formano le nuove stelle in un intervallo di tempo compreso fra un milione e cento milioni di anni.
Il campione di galassie osservato è però ancora troppo piccolo per rilevare con precisione i meccanismi che stanno dietro questi deflussi. I primi risultati, infatti, dovranno essere confermati con ulteriori dati di maggiore dettaglio. Per questo il team continuerà a lavorare con il telescopio Herschel per campionare quante più galassie possibile.
Il risultato di questa ricerca potrà aiutare a spiegare la formazione delle galassie ellittiche, giganteschi complessi di stelle dove la nascita di nuove stelle si è praticamente interrotta a causa dell’esaurimento delle riserve di gas.
Il telescopio spaziale Herschel durante le fasi di collaudo finali prima del lancio. ESA
L'osservatorio spaziale Herschel è dotato di un telescopio da 3,5 metri di apertura, il più grande finora inviato nello spazio, ed il suo compito è quello di osservare il cielo nel lontano infrarosso e alle lunghezze d'onda sub-millimetriche.