Sul passato geologicamente attivo di Venere non ci sono mai stati dubbi. Ma una nuova ricerca su uno dei suoi vulcani più noti sembra stabilire che il pianeta abbia avuto eruzioni recenti, forse ancora in corso. A dirlo è uno studio del German Aerospace Center (DLR) recentemente presentato al congresso dell'American Astronomical Society’s Division for Planetary Sciences, a Pasadena (California).
Troppo coperto. L'Idunn Mons è un vulcano dell'emisfero sud-occidentale di Venere che svetta per 2,5 km di altezza e 200 km di diametro sulla superficie. Nel 2010, la sonda dell'ESA Venus Express aveva identificato quel rilievo come "punto caldo" del pianeta, perché rispetto alle aree circostanti emana più alti livelli di radiazione infrarossa. Il dato suggeriva che su Venere c'erano tracce di eventi geologici recenti - ossia più giovani di 2,5 milioni di anni - ma la fitta copertura nuvolosa del pianeta aveva impedito alla sonda di approfondire le osservazioni.
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L'unione fa la forza. Il nuovo studio ha combinato i dati infrarossi di Venus Express con i dati radar ad alta risoluzione della sonda Magellano della NASA, in orbita intorno a Venere dal 1990 al 1994. Combinando queste informazioni in un nuovo modello matematico è stato possibile realizzare una mappa geologica completa del vulcano, e individuare una colata lavica lunga 20 km sul versante est della montagna: è la prima volta che accade per un vulcano non terrestre. Insomma l'attività geologica per Venere, stando alle ultime analisi, sarebbe un ricordo ancora fresco.