Sono ormai molti anni che i planetologi sono convinti che le aree scure presenti in prossimità dei poli nord e sud di Titano, che con i suoi 5.150 km di diametro è il maggiore dei satelliti di Saturno, siano dei laghi di idrocarburi liquidi, una miscela di metano ed etano. Questa luna, la cui temperatura superficiale è di circa – 180 °C, è l’unica nel nostro sistema planetario a possedere una densa atmosfera, composta per oltre il 90% da azoto, in cui si sviluppano dei complessi processi chimici che hanno alla base molecole organiche.
Adesso, delle recentissime immagini riprese dalla sonda Cassini, che da quasi 5 anni orbita attorno al pianeta degli anelli, mostrano nuove strutture superficiali, assimilabili a laghi, le quali non erano presenti in queste regioni un anno prima. La presenza di estesi complessi sistemi nuvolosi che hanno coperto l’area nel corso di questo intervallo di tempo fa pensare che questi nuovi laghi siano stati formati da intense precipitazioni verificatesi nel corso di vere e proprie tempeste protrattesi per un lungo periodo di tempo.
Serie di immagini riprese dalla sonda Cassini a distanza di un anno della regione polare meridionale di Titano, in cui sono visibili dei consistenti complessi di nuvole di idrocarburi. Nelle immagini del 2005 sono chiaramente visibili dei cambiamenti, in particolare delle nuove macchie scure che l’anno precedente non esistevano, mentre l’Ontario Lacus appare molto più nitido, a significare che il bacino è stato riempito da liquidi “freschi”.
Le numerose immagini ottenute dalla Cassini mostrano un maggior numero di bacini di metano liquido nell’emisfero settentrionale rispetto a quello meridionale. Con l’avvicinarsi dell’estate nell’emisfero nord, si prevede che in questa regione si sviluppino dei grandi sistemi di nubi di metano di origine convettiva, simili ai nostri cumuli, per cui l’intensità delle piogge di idrocarburi dovrebbe aumentare con la conseguente formazione di altri laghi.
Alcuni dei laghi osservati in prossimità del polo nord sono di grandi dimensioni. Uno di questi, denominato Mare Kraken, ha una superficie di circa 400.000 chilometri quadrati, circa tre volte più grande del Mare Adriatico, mentre la superficie totale dei laghi nella regione polare settentrionale supera i 510.000 chilometri quadrati.
Nonostante le grandi quantità di metano liquido, la sua evaporazione non sarebbe sufficiente a compensare, su tempi scala geologici, il metano che viene perduto dall’atmosfera a causa della sua fotodissociazione prodotta dalla radiazione ultravioletta solare. Le riserve attualmente accertate in superficie permetterebbero di mantenere il livello di questo idrocarburo ora presente in atmosfera (circa il 5%) per un periodo di poco superiore ai 10 milioni di anni. Ci sono quindi buone ragioni per sostenere che nel sottosuolo di Titano debbano esistere delle consistenti riserve di questo idrocarburo.