I primi coloni che arriveranno su Marte potrebbero toccare il suolo del pianeta rosso... appesi a un ciambellone gonfiabile. È l’ultima proposta formulata dagli ingegneri della NASA che da diverso tempo stanno cercando di mettere a punto una tecnologia che permetta di rallentare a sufficienza la discesa dei veicoli spaziali verso il suolo marziano così da garantire un atterraggio confortevole e, soprattutto, sicuro.
Niente razzi, siamo marziani. Gli scienziati hanno già escluso la possibilità di utilizzare razzi d’arresto o paracadute poichè non sarebbero in grado di rallentare le grandi navi spaziali che porteranno gli esseri umani sul pianeta rosso.
E così sono nati i ciambelloni: giganteschi salvagente ricoperti da una schermatura termica che all’ingresso nell’atmosfera marziana verrebbero gonfiati con azoto e appesi sopra il veicolo così da rallentarne la discesa grazie all’attrito. «Non vogliamo utilizzare sistemi di propulsione se possiamo farne a meno» spiega alla stampa Neil Cheatwood, responsabile del progetto. «Preferiamo sfruttare al massimo l’atmosfera, così da non doverci sovraccaricare di combustibile».
La nuova tecnologia permetterà alla NASA di far scendere su Marte veicoli molto più grandi di quelli atterrati fino ad oggi: gli scudi gonfiabili sono allo studio da oltre 10 anni e secondo i progettisti sono quasi pronti per i test finali. Il primo è previsto per il 2016, quando il ciambellone verrà messo alla prova in un rientro nell’atmosfera terrestre. Se tutto andrà secondo i piani questi dispositivi potranno essere impiegati non solo per far scendere sonde e materiali su Marte e altri pianeti, ma anche per far rientrare a Terra carichi particolarmente ingombranti dalla ISS.
Curiosity e i suoi fratelli. Il principale vantaggio degli scudi termici gonfiabili sta nel loro limitato ingombro quando sono sgonfi e nel peso contenuto. Ciò significa maggior spazio a disposizione degli astronauti e degli esperimenti scientifici, ma anche minori costi per la messa in orbita.
Esperimenti in scala sono già stati conclusi con successo nei mesi scorsi: nessuno dei dispositivi testati è stato lanciato dall’atmosfera e le dimensioni erano molto più piccole rispetto a quelle reali, ma i risultati sono stati incoraggianti. Secondo Cheatwood i ciambelloni potrebbero essere impiegati nel giro di pochi anni per far scendere su Marte robot o rover molto più grandi di quelli lanciati fino ad oggi.
Marte, 2030: siamo davvero pronti? L’atterraggio non è comunque l’unico aspetto della conquista di Marte - prevista dalla NASA peril 2030 - a preoccupare gli scienziati. Sarà necessario mettere a punto nuovi sistemi di propulsione, nuove tute spaziali, navette con habitat che permettano agli equipaggi di vivere a bordo per mesi, sistemi di comunicazione in grado di raggiungere lo spazio profondo.
Insomma, la strada verso il pianeta rosso è ancora lunga.