Spazio

Streaming interstellare grazie alla gravità solare

Volete ricevere foto e video in alta definizione da Alpha Centauri? Si può fare (quasi), sfruttando ancora una volta il fenomeno delle lenti gravitazionali, per amplificare e captare facilmente (quasi) il segnale.

Scaricare un video che arriva da un altro sistema stellare e mantenersi in contatto anche a distanze siderali: per ora non sono esigenze prioritarie, ma in futuro, se ci spingeremo a esplorare sistemi stellari vicini (come Alpha Centauri, dove ci attende Proxima B), potremmo dover risolvere questo problema.

Allo stato attuale della tecnologia è impossibile, senza ricevitori grandi come città: per ricevere un flusso di dati di una quarantina di kbit/sec, da una sonda che trasmetta con una potenza di 1 Watt da Alpha Centauri, il sistema stellare più vicino al Sole, a 4,25 anni luce, occorrerebbe un'antenna di 9 km di diametro almeno.

La soluzione. Per affrontare la questione l'astrofisico tedesco Michael Hippke propone, in un articolo in pre-pubblicazione su arXiv.org, di sfruttare un fenomeno già usato per studiare le galassie più remote e antiche dell'Universo: quello della lente gravitazionale (per approfondire). In sintesi, si tratta di servirsi della forza di gravità di un corpo celeste di massa elevata - in questo caso il Sole - per deviare il segnale e focalizzarlo verso la Terra, in modo che lo si possa ricevere senza bisogno di antenne extralarge.

Voyager 1, a 20 miliardi di km dal Sole (2016): la fascia colorata che pare quasi un arcobaleno è il "confine".

La distanza ottimale. Sfruttando questo effetto anche un telescopio spaziale di appena un metro di diametro potrebbe funzionare da stazione ricevente, una sorta di ponte tra la sonda lontana e la Terra. Per massimizzare i benefici della lente gravitazionale occorrerebbe però posizionarlo a 90 miliardi di km dal Sole: a una distanza inferiore il segnale sarebbe infatti bloccato dalla nostra stella. L'efficacia sarebbe tale da riuscire a trasmettere persino foto e video da Alpha Centauri (anche se, da quella distanza, riusciremmo a riceverli solo dopo quattro anni).

Un viaggio decennale. E anche se la tecnologia necessaria sembra tutto sommato alla nostra portata, rimane un problema di tempi e distanze per nulla trascurabile. La sonda Voyager 1, l'oggetto artificiale più lontano mai spedito nello Spazio, si trova ora a 20,8 miliardi di km dal Sole, e l'abbiamo lanciata 40 anni fa. Un satellite capace di ricevere dati da una sonda attorno ad Alpha Centauri dovrebbe trovarsi, secondo Hippke, ad almeno 80 miliardi di km dal Sole, e a un paio di secoli da noi...

8 luglio 2017 Elisabetta Intini
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