Se ne parla da qualche anno, ma finalmente qualche giorno fa ha mostrato il suo "volto" al pubblico: è lo Stratolaunch, il gigantesco aereo della Vulcan Aerospace (di proprietà di Paul Allen, cofondatore di Microsoft), azienda che vuole entrare nell'arena sempre più affollata delle società private pronte a espandere il loro mercato allo spazio.
col razzo agganciato. Stratolaunch ha un approccio diverso dai concorrenti più o meno "tradizionali" (incluso il Falcon 9, il razzo riutilizzabile della SpaceX): si tratta infatti di un grande aereo (l'apertura alare è di 117 metri, come un campo di calcio), composto da due fusoliere (una per l'equipaggio, l'altra per alloggiare computer e sistemi di bordo), spinto da ben 6 motori (gli stessi del Boeing 747).
La sua particolarità è che tra le due fusoliere, al centro dell'ala, può "agganciare" un sistema di lancio (un razzo, per esempio) in grado di inviare un carico (per esempio un satellite) verso l'orbita terrestre bassa (LEO, tra i 160 e i 2.000 km).
rischi meteo? no, grazie. Ci sono alcuni vantaggi in questo metodo per raggiungere l'orbita. Tanto per cominciare, le missioni potrebbe partire da un aeroporto perché, per quanto grande, lo Stratolaunch è pur sempre un aeroplano.
Inoltre, il "lancio" vero e proprio del mezzo che deve raggiungere l'orbita avverrebbe dopo che l'aereo ha raggiunto i 10 km di quota, un'altitudine che mette al riparo dalle bizze del meteo, principale causa delle sospensioni del conto alla rovescia allo spazioporto.
Quando sarà completato il primo esemplare (il modello presentato in questi giorni lo è per circa tre quarti), inizieranno i test e, se tutto andrà bene, secondo Paul Allen lo Stratolaunch potrebbe entrare in servizio per la fine del 2020.