Guardando a est: la ricerca delle costellazioni nel cielo di oriente comincia agevolmente con l'identificazione della stella Arturo, attualmente vicina (circa 30 anni luce da noi), ma che nei prossimi milioni di anni uscirà dal piano della Galassia per ritornare nel lontano alone da cui proviene, formato da stelle antichissime che circondano il nostro sistema stellare. Arturo è così brillante che non c'è pericolo di non riuscire a individuarla, con il suo colore arancione inconfondibile. Possiamo confermare la sua identificazione notando che si trova nel prolungamento dell'arco formato dalle stelle della coda dell'Orsa Maggiore (o, se volete, il timone del Grande Carro). L'Orsa Maggiore è alta allo zenit, proprio sopra la nostra testa: il suo asterismo principale, cioè le sette stelle del Grande Carro, sono tra le più facili da riconoscere. Al suo fianco si trova la costellazione dei Cani da Caccia, piccola e composta da stelle deboli, ma ricca di interessanti oggetti extragalattici: ammassi globulari e lontane galassie.
Arturo, dopo Sirio (che domina il cielo invernale) è la stella più luminosa dell'emisfero boreale. Una gigante rossa, un sole anziano, 25 volte più grande e 200 volte più luminosa del nostro Sole. In qualche modo testimonia come sarà la nostra stessa stella tra 3 miliardi di anni, quando, finito (o quasi) di consumare l'idrogeno per fusione nucleare, passerà al "bruciamento" dell'elio: produrrà molta più energia e, come già oggi Arturo, si dilaterà sempre più fino a inglobare Mercurio e Venere. Mentre la Terra, presumibilmente, inizierà a spiraleggiare e a cadere verso il Sole: la sua fine sarà segnata. La rossa Arturo in qualche modo testimonia del nostro (triste) destino, ma per gli antichi era colui che insegue l'Orsa: la bella Callisto che era stata trasformata in una vecchia e brutta orsa per aver amoreggiato (ingannata) con Zeus. Il figlio di Callisto, Arcade, è Arturo, colui che la inseguiva, senza sapere che era sua madre, per ucciderla. Zeus pietoso impedì il matricidio proiettandoli in cielo. Madre e figlio sono tornati, incolumi, insieme per l'eternità.
Vergine ed Ercole. Se continuiamo il prolungamento della coda dell'Orsa che ci ha portato ad Arturo, ancora più in basso, arriviamo a Spica, la stella più brillante della Vergine, la dea della giustizia fuggita in cielo, nauseata, dal pianeta degli uomini, che così poco la seguono (così pensavano già gli antichi...). E, sopra la Vergine, si staglia inconfondibile la grande costellazione del Leone, le cui stelle principali formano una specie di trapezio un po' sbilenco.
E se in basso a destra rispetto ad Arturo abbiamo trovato l'asterismo della Vergine, sulla sua sinistra, in basso, troviamo Ercole, che sta sorgendo.
Il prossimo mese sarà più alto, e potremo esplorare questa debole costellazione che ospita forse il più bello degli ammassi globulari, M13, grappolo di stelle anziane in orbita fuori della Galassia.
Tutte le stelle che abbiamo descritto, con il passare delle ore si troveranno a passare sopra il punto cardinale sud, cioè in meridiano, come dicono gli astronomi. Sul meridiano, alle 22:00, sta già transitando il Leone, sopra al quale si trova il piccolo Leone Minore. Sotto le zampe del Leone di Nemea giacciono invece le deboli stelle dell'Idra, che si snoda serpentiforme, e le costellazioni del Corvo e della Coppa, piccole, ma tutto sommato ben identificabili, se vi trovate sotto un cielo scuro lontano dalle luci della città.
Denebola, l'ultima stella in basso a sinistra del Leone, insieme ad Arturo e a Spica forma il cosiddetto "triangolo primaverile".
Anche galassie. Se vogliamo andare a caccia di galassie luminose, possiamo tornare verso l'Orsa Maggiore, che ne è ricchissima. Certo, serve un piccolo telescopio, ma la coppia formata da M81 e M82 apparirà stagliarsi netta sul fondo del cielo, specie se osservate nel buio della campagna. La prima comprende centinaia di miliardi di soli riuniti in una grande spirale; nella seconda invece formano un grande "sigaro", lungo 100.000 anni luce, con il nucleo squassato da un'immensa esplosione. Molto bella è anche M101, chiamata anche "Girandola": si tratta di una spirale osservata quasi perfettamente di piatto, che mostra ampi bracci ricchi di stelle giovani che si avvolgono attorno al suo nucleo.
I telescopi remoti. È bellissimo intravedere i piccoli ovali bianchi che testimoniano la presenza di lontani sistemi stellari di centinaia di miliardi di Soli: le galassie. Ma certo non li vedremo mai con tutti i dettagli che possono apparire in fotografia (anche con telescopi amatoriali), o come li possiamo vedere nelle immagini riprese con i telescopi remoti ASTRA. È il sistema più economico e semplice per osservare il cielo reale da casa propria: 3 telescopi in rete, uno è il teleremoto UAI, sparsi per tutto il territorio italiano, e, gratuitamente, potrete vedere - ogni sera di cielo sereno - gli oggetti del cielo come vengono visti dai teleremoti e fotografati dagli utenti.
Dall'altra parte. Nel cielo di occidente è ancora possibile vedere tutto il meraviglioso corteggio delle costellazioni invernali. Per iniziare è sufficiente cercare la figura dell'inconfondibile gigante Orione: quattro stelle che formano un grande rettangolo, in mezzo alle quali ci sono le tre stelle della cintura. Grazie alla luminosità delle sue stelle sarà ben evidente anche se ormai è basso, e soggetto all'assorbimento dell'inevitabile foschia all'orizzonte.
Dobbiamo però approfittare della primissima parte della notte, subito dopo il tramonto.
Subito sotto Orione potremo ancora vedere, prossime a tramontare, le costellazioni della Lepre e di Eridano. Mentre alla sua sinistra, cioè verso sud, siamo ancora in tempo per scorgere Sirio, nel Cane Maggiore: un sole azzurro vicinissimo (in senso astronomico!) a noi. Posta a 8,6 anni luce, è la stella più vicina a noi visibile a occhio nudo e la più brillante della sfera celeste. Ci sta salutando: per molti mesi scomparirà sotto l'orizzonte, per tornare ad apparire alta al meridiano in inverno.
Sopra Sirio c'è il Cane Minore, con Procione, cioè la stella che "precede il cane", e il Cancro, costellazione con bellissimi ammassi stellari e galassie. A destra di Orione, cioè verso nord, vediamo il Toro che sprofonda all'orizzonte con l'ammasso stellare aperto delle Pleiadi, grappolo di giovanissimi soli azzurri a poche centinaia di anni luce dalla Terra, bellissimo con un piccolo cannocchiale. Anche Perseo, Cassiopea e Cefeo spariscono al tramonto, mentre l'Auriga e i Gemelli, lungo la Via Lattea invernale, sono ancora alte nel cielo di occidente.
Stelle cadenti e Stazione Spaziale. Fino al 18-19 aprile, guardate nella zona della Vergine. Potreste veder apparire le Virginidi, uno sciame di meteore, sia pure non tra i più ricchi. Con un po' di fortuna, si potrà vedere qualche bella scia luminosa prodotta da queste polveri vecchie di miliardi di anni, che precipitano attraverso la nostra atmosfera, incendiandosi. E non mancate di dare un occhio alla Stazione Spaziale Internazionale, che ospita la nostra Samantha Cristoforetti: la ISS apparirà luminosa come Giove e attraverserà tutto il cielo in pochi minuti. Bisogna solo sapere dove e quando guardare.
Luna e pianeti. In aprile la Luna è stata piena il 4 e sarà nuova il 18. Attorno a questa data si concentrano quindi le serate migliori per osservare, senza il disturbo luminoso del nostro satellite.
In ogni caso, non ci sono problemi a individuare il brillantissimo Giove, dal colore giallo paglierino, nel Cancro. Con un piccolo cannocchiale o anche un buon binocolo vedrete la forma schiacciata del pianeta più grande del Sistema Solare (ha un volume pari a 1.320 volte quello della Terra) e le sue quattro lune principali (grandi circa come la nostra Luna), di cui potrete notare il movimento ora dopo ora, sera dopo sera. Anche la fascia principale di nubi (di idrogeno, elio, ammoniaca, metano) all'equatore apparirà evidente. Ma con un telescopio amatoriale accoppiato a una webcam (con cui potremmo riprendere 1.000 immagini, mediarle e sommarle con appositi software), la ricchezza di questo mondo apparirà sorprendente