Ogni volta che si dà un'occhiata alla stella Betelgeuse (si trova a una distanza tra 500 e 630 anni luce da noi e ha una luminosità circa 135.000 volte superiore al Sole), proliferano speculazioni sulla sua (più o meno imminente) esplosione come supernova. Ma non c'è da aver timore, anzi sarebbe interessante se accadesse.
Siamo al sicuro. Ci troviamo infatti a una distanza abbastanza grande da non subire conseguenze, quindi sarebbe uno spettacolo naturalistico davvero unico osservarla in fase esplosiva.
Recentemente la stella "supergigante rossa" (stella che possiede un volume gigantesco e che sta per esplodere) ha aumentato la sua luminosità di circa il 50 per cento e per questo fa di nuovo parlare di sé. È il segnale che Betelgeuse sta per esplodere come una supernova? Non lo sappiamo, ma sul fatto che prima o poi esploderà c'è accordo tra gli esperti. È, piuttosto, la domanda su quando ciò avverrà ad avere risposte meno convergenti. Il comportamento della stella, infatti, è complesso e difficile da capire.
Doppia identità. Oltre a essere una "supergigante rossa", infatti, Betelgeuse, è (contemporaneamente) anche una stella "variabile semiregolare pulsante". Ciò significa che i cambiamenti di luminosità seguono periodi variabili che rendono difficile seguire la sua evoluzione. Non solo: un paio di anni fa, Betelgeuse diminuì di luminosità e gli astronomi si chiesero quale fosse il motivo. Successivamente si scoprì che la luminosità della stella, in realtà, non era cambiata. Semplicemente, l'astro aveva espulso materiale dalla sua superficie, questo si era raffreddato formando una nuvola di polvere che "bloccava" la luce emessa dalla stella. L'episodio fu chiamato "The Great Dimming" (il grande oscuramento).
Ora la luminosità sta crescendo e dunque la stella sta attirando di nuovo l'attenzione degli scienziati. Ebbene, una nuova ricerca ipotizza che potrebbe esplodere come supernova prima di quanto ci si aspettasse.
Il parere degli scienziati. In particolare un team di ricercatori guidato da Hideyuki Saio dell'Università di Tohoku in Giappone, ha pubblicato un articolo su Monthly Notices of the Royal Astronomy Society, dove affermano che Betelgeuse potrebbe essere la prossima supernova della Via Lattea, e in tempi relativamente brevi. «Secondo la nostra ricerca Betelgeuse è nella fase avanzata della combustione del carbonio presente nel nucleo e per questo è un buona candidata per essere la prossima supernova galattica», scrivono.
L'ultima supernova della Via Lattea osservata dall'uomo risale al 1604. Durante la sua storia (da 8 a 8,5 milioni di anni), Betelgeuse ha trasformato grandi quantità di idrogeno in elio, rilasciando la massa persa da quella fusione come energia. Ma ora l'avrebbe terminato e quindi non sta più fondendo l'idrogeno in elio, come fa il Sole attualmente. Quando stelle come Betelgeuse perdono massa, la loro gravità non può più contenere la loro pressione verso l'esterno e si espandono in un involucro più voluminoso, talora gigantesco. Quindi, nonostante la perdita di massa, crescono di dimensioni.
Ci siamo quasi? Successivamente, nei nuclei di queste stelle, comincia ad accumularsi carbonio finché inizia un periodo di combustione del carbonio stesso che produce altri elementi. Ebbene, gli autori dello studio sostengono che Betelgeuse si trovi nelle ultime fasi di quest'ultimo periodo, che precede l'esplosione.


Quando avverrà, precisamente, non è dato saperlo, si diceva: Betelgeuse pulsa, espelle materiale, ruota e, per di più, è una stella in fuga che accelera nello spazio. I modelli realizzati da Saio fanno pensare che la stella sia abbastanza vicina alla fase terminale del carbonio.
Infine c'è la distanza tra noi e la stella a complicare le cose. «Sebbene si trovi a una distanza che consente di studiarla con buoni dettagli usando una strumentazione appropriata, le incertezze sulla sua distanza rimangono un ostacolo critico per una comprensione più profonda», si legge nello studio su Betelgeuse.
Il possibile spettacolo. Cosa succederà quando la stella esploderà? Espellerà materiale in grandi quantità e produrrà potenti raggi X e radiazioni UV (tranquilli, siamo troppo lontani per essere colpiti), producendo uno spettacolo di luci visibile all'intera umanità e cambiando per sempre la costellazione di Orione. Gli scienziati dicono che probabilmente lascerà dietro sé una stella di neutroni, forse una pulsar che sarà visibile per milioni di anni. L'intero evento, dall'inizio alla fine, sarà un'opportunità senza precedenti per studiare l'evoluzione stellare, le supernove e i resti stellari. L'onda d'urto della supernova arriverà sulla Terra dopo circa 100.000 anni e sarà facilmente deviata dalla magnetosfera solare del nostro Sole. Il più grande effetto sulla Terra sarà un aumento dei raggi cosmici che colpiranno la nostra atmosfera superiore