Un'intensa giornata di esperimenti scientifici sulla ISS ha preso una piega finale inaspettata: nelle ore serali di martedì 22 settembre la Stazione Spaziale Internazionale ha dovuto compiere una manovra di variazione orbitale per evitare una pericolosa vicinanza con un detrito spaziale in avvicinamento. L'aggiustamento dell'orbita è avvenuto con l'accensione dei motori della capsula Progress, un cargo russo agganciato alla ISS. In 150 secondi la quota della base orbitante è stata spostata in modo da evitare ogni possibile rischio di impatto, in un processo chiamato reboost di solito impiegato per contrastare il decadimento orbitale della ISS.
Un'area sicura. I tre membri dell'Expedition 63 sono stati invitati a trasferirsi nel segmento russo della ISS per essere più vicini alla capsula Soyuz MS-16 e avere così una possibile via di fuga: si tratta di una procedura standard dettata da un eccesso di cautela, perché, come ha precisato la NASA, in nessun momento della manovra l'equipaggio si è trovato in pericolo. L'accensione dei motori ha funzionato e la ISS si è sottratta alla possibile congiunzione con il detrito celeste (probabilmente il residuo di uno stadio di un razzo giapponese) che senza correzione orbitale sarebbe potuto passare a meno di 1,39 km dalla stazione-laboratorio.
Non è la prima volta. A manovra conclusa l'equipaggio ha riaperto i portelloni tra il segmento russo e quello americano e ripreso le regolari attività di bordo. Questo tipo di manovra si rende necessaria piuttosto regolarmente perché alla velocità orbitale della ISS (27.568 km/h) anche un detrito spaziale molto piccolo potrebbe danneggiare i pannelli solari o altre componenti della base celeste. Secondo la NASA tra il 1999 e il 2018 la procedura è stata effettuata 25 volte.