La discesa finale. L'agenzia spaziale americana ha infatti deciso che sarà SpaceX (fresca dell'entusiasmante test della sua Starship) a fornire il veicolo che, attorno al 2030, provvederà al "deorbit" della ISS, ovvero a "frenare" la Stazione spaziale e a guidarla nella sua discesa finale verso la Terra, dove si disintegrerà nell'atmosfera a una velocità di oltre 27.000 chilometri orari, ponendo fine così a oltre 20 anni di onorata carriera (la ISS fu completata nel 2011 ma la sua costruzione iniziò nel 1998).
SpaceX – secondo quanto pubblicato dalla Nasa – riceverà fino a 843 milioni di dollari per questo compito, ma la NASA non ha specificato se i suoi partner internazionali contribuiranno a coprire i costi del progetto.
Cooperazione. La ISS è frutto della collaborazione di cinque agenzie spaziali ed è stata progettata per essere interdipendente. La sua dismissione è responsabilità di tutte e cinque le agenzie, inclusa l'agenzia spaziale russa Roscosmos, che gestisce un'ala fondamentale della stazione e i moduli di propulsione.
Nonostante i recenti intoppi, la collaborazione tra NASA e SpaceX dimostra l'impegno continuo nell'esplorazione e nell'utilizzo responsabile dello spazio.