Spazio

SpaceX Inspiration4: i primi, veri turisti spaziali

Con una navicella Crew Dragon equipaggiata col più grande oblò mai spedito nello Spazio, SpaceX sarà ancora una volta la prima a inaugurare la vera stagione del turismo spaziale, con un primo volo che finanzierà attività di ricerca sui tumori.

Se tante volte abbiamo detto "questo è il primo volo di turisti spaziali", c'è però poi sempre stato almeno un neo piccolo o grande che ci ha fatto ricredere: non vogliamo alimentare polemiche tra space company, ma quello di SpaceX al momento in programma per il 25 settembre ha tutti i numeri per essere per davvero un viaggio di piacere, turistico, appunto. Il volo Inspiration4 (I4) non andrà alla Stazione spaziale (come hanno fatto i primi turisti spaziali, da Dennis Tito in poi), ma raggiungerà l'orbita terrestre e vi rimarrà per circa quattro giorni, galleggiando nello Spazio (come invece non hanno fatto i voli di Virgin Galactic e Blue Origin): l'equipaggio sarà interamente composto da turisti, dal pilota ai passeggeri. Partiranno dal complesso di lancio 23 del Kennedy Space Center a bordo della navicella Crew Dragon Resilience, lanciati da un Falcon 9.

Raccolta fondi. L'equipaggio è composto da civili, donne e uomini principianti dello Spazio, ossia che non hanno mai avuto esperienze di voli spaziali - si tratta insomma di un volo interamente privato. Anche l'obiettivo è unico: raccogliere fondi (milioni di dollari) per i programmi di ricerca e trattamento dei tumori - in particolare quelli pediatrici - del St. Jude Children Research Hospital di Memphis (Tennessee, USA), i cui costi di gestione sono dell'ordine dei 2,8 milioni di dollari al giorno, ma nulla è addebitato ai pazienti. Nelle intenzioni dell'equipaggio è perciò un volo ricco di simboli che si sono ritagliati addosso, pensati per spronare l'umanità a intraprendere strade sempre migliori.
 
L'equipaggio. Jared Isaacman incarna la leadership; fondatore e amministratore delegato di Shift4Payment (piattaforma per pagamenti digitali), sarà il comandante della I4: fondata la sua società all'età di 16 anni, a 21 ottenne il brevetto di pilota e divenne poi pilota di aerei commerciali e militari collezionando diversi record mondiali (dalle esibizioni in air-show al giro del mondo in jet in poco meno di 62 ore); il 12 agosto ha annunciato che a bordo della Resilience vi saranno 32 kg di luppolo che, tornati a Terra, saranno messi all'asta per finanziare i progetti del St Jude. La speranza è la storia stessa di Hayley Arceneaux, 29 anni, assistente medico al St. Jude Children Research Hospital, ufficiale medico a bordo della I4: nata in Louisiana (USA), all'età di 10 anni le venne diagnosticato un osteosarcoma (un cancro alle ossa); curata con successo al St. Jude, ora lavora nel medesimo ospedale con pazienti affetti da leucemia e linfoma - ora diventerà la più giovane americana a raggiungere l'orbita.

Per la prosperità c'è Sian Proctor, pilota della missione: nata a Hagåtña (isola di Guam, USA), geoscienziata, esploratrice e specialista in comunicazione scientifica, Proctor è professoressa di geologia al South Mountain Community College (Phoenix, Arizona), dove è anche responsabile dell'istruzione aerospaziale per l'Arizona Wing della Civil Air Patrol. In campo per la generosità vi sarà Christopher Sembroski col ruolo di specialista di missione: ingegnere e veterano dell'aeronautica statunitense, consulente per Space Camp (programma per avvicinare bambini e ragazzi allo Spazio e alla scienza), lavora come ingegnere alla Lockheed Martin.

L'equipaggio del volo Inspiration4 di SpaceX. Da sinistra: Jared Isaacman, Hayley Arceneaux, Sian Proctor e Christopher Sembroski. Hanno appena lasciato le loro firme sul razzo alle loro spalle, scrivendo con le dita sul nero-fumo lasciato dalle fiamme dai lanci precedenti.
L'equipaggio del volo Inspiration4 di SpaceX. Da sinistra: Jared Isaacman, Hayley Arceneaux, Sian Proctor e Christopher Sembroski. Hanno appena lasciato le loro firme sul razzo alle loro spalle, scrivendo con le dita sul nero-fumo lasciato dalle fiamme dai lanci precedenti. © SpaceX

L'addestramento. L'equipaggio si è sottoposto a un addestramento relativamente breve, ma molto intenso. Isaacman e Proctor hanno imparato a controllare la navicella nell'improbabile eventualità che sia loro richiesto di prenderne il controllo durante il volo - che si prevede sia totalmente controllato da terra. Durante l'addestramento i quattro turisti aspiranti astronauti hanno familiarizzato con la navicella e i suoi sistemi di emergenza; hanno studiato le operazioni di lancio delle missioni precedenti, e le fasi di ammaraggio; hanno intrapreso un addestramento in volo a gravità zero per familiarizzare con la sensazione di assenza di gravità e gli effetti immediati sul corpo. A metà luglio hanno indossato per la prima volta le tute spaziali di SpaceX, e il 9 e 10 agosto si sono addestrati su jet militari dismessi per familiarizzare con le forze gravitazionali a cui saranno sottoposti al lancio.

La missione. Per il Falcon 9 prenotato per la I4 sarà il terzo volo, mentre Resilience, ufficialmente Crew Dragon C207, benché modificata, è quella della SpaceX Crew-1, la prima missione operativa (dopo la missione dimostrativa di maggio 2020) che ha portato astronauti di NASA e Jaxa sulla Stazione spaziale (novembre 2020 - maggio 2021): in particolare, è stato rimosso il sistema di attracco alla ISS e al suo posto è stata posizionata una gigantesca cupola che fornirà all'equipaggio una vista senza precedenti della Terra a 360 gradi - è la più grande "finestra" mai portata nello spazio fino ad oggi. Il volo non supererà i 5 giorni, tempo massimo per cui è stata costruita la navicella prima di dover attraccare per i rifornimenti: non è ancora stato dichiarato ciò che si farà a bordo, ma sarà probabilmente proprio un bel volo turistico, con ben pochi compiti da eseguire se non quelli di godersi la vista di Terra e Spazio da una posizione privilegiata.

28 agosto 2021 Luigi Bignami
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