Sergei Prokopyev, uno dei cosmonauti russi che l'11 dicembre scorso si sono cimentati nella delicata EVA per ispezionare il foro presente sulla capsula Soyuz agganciata alla ISS, ha confermato qualche giorno fa, dopo il ritorno sulla Terra, che il buco è stato creato dall'interno della navicella, e che le autorità giudiziarie russe stanno indagando su cosa può averlo causato e, soprattutto, sul quando. Quest'ultimo dettaglio sarà infatti cruciale per capire se l'intervento che ha generato il foro di 2 millimetri sullo scafo della capsula-taxi per la Stazione spaziale internazionale è avvenuto durante la costruzione della navicella o se invece si è consumato già nello Spazio.
crime story. Il foro attraverso una paratia della Soyuz agganciata alla ISS era stato individuato lo scorso 30 agosto in seguito a una lieve depressurizzazione sulla ISS. Inizialmente attribuito a un micrometeorite come i tanti che urtano contro la nostra base orbitante, era stato sigillato, ma nei giorni successivi era parso chiaro, dalle foto, che il foro era stato causato da mano umana (si notavano segni simili a quelli di un trapano).
Le accuse. Erano state avviate indagini sia da Roscosmos sia dalla NASA, con l'agenzia russa che aveva parlato di errore tecnico o sabotaggio deliberato, e i giornali del Paese pronti a puntare il dito sugli astronauti americani. Non è ancora chiaro come siano andate le cose, ma l'11 dicembre 2018 Prokopyev e il collega Oleg Kononenko hanno eseguito una complessa "operazione chirurgica" spaziale esterna sull'area interessata dal foro, prelevandone alcuni campioni da riportare a Terra.
Questo segmento della Soyuz infatti non rientra in atmosfera: è stato scartato come sempre avviene prima che Prokopyev con i colleghi Serena Aunon-Chancellor della NASA e Alexander Gerst dell'ESA attraversassero lo strato gassoso che circonda il nostro pianeta, durante il finale di missione conclusosi senza incidenti. Interpellato sulla possibilità che il buco sia stato effettuato nello Spazio, Prokopyev ha risposto seccamente che non si dovrebbe pensare così male degli astronauti.