Un gruppo di ricercatori statunitensi, dopo due anni di lavoro, ha concluso uno studio che è stato sottomesso alla NASA e relativo ad una originale missione per esplorare due dei più grandi bacini di idrocarburi liquidi presenti nell’emisfero settentrionale di Titano, il Ligeia Mare e/o il Kraken Mare. Si tratta di due grandi laghi di dimensioni superiori a quelle del Mar Caspio. Il progetto prevede l’utilizzo di una specie di zattera farcita di strumenti scientifici che permetterebbe di studiare in dettaglio il ciclo del metano, che analogamente al ciclo dell’acqua presente sul nostro pianeta, si ha motivo si credere sia presente sul più grande dei satelliti di Saturno. Si tratterebbe della prima missione interplanetaria in cui verrebbe usata una “barca”. Laghi, mari e quelli che sembrano essere letti di fiume sono stati scoperti su Titano dalle sonde Cassini e Huygens a partire dal 2005. Da allora l’atmosfera del satellite ed il suo clima sono stati studiati in dettaglio e si è scoperto che su questa luna saturniana sono presenti nubi, nebbie e piogge di idrocarburi, per lo più metano.
Immagine del lago di idrocarburi Ligeia, situato nell'emisfero nord di Titano, ripresa dal radar della sonda 'Cassini'. La uperficie di questo bacino, formato da una miscela di idrocarburi liquidi, è maggiore di quella del mar Caspio.
Il metano ed altri idrocarburi, come l’etano, infatti, nelle condizioni di temperatura presenti su Titano (- 180 °C) possono anche esistere allo stato liquido. La missione è stata denominata Titan Mare Explorer (TiME) e, se verrà accettata dalla NASA, dovrebbe essere lanciata nel gennaio 2015 ed arrivare a Saturno nel giugno del 2023. Il costo previsto è di 425 milioni di dollari, ben poco se paragonato agli almeno 3,2 miliardi di dollari spesi per la missione Cassini-Huygens. Tra i numerosi strumenti scientifici di cui sarà dotata la “barca” interplanetaria, i più importanti sono uno spettrometro di massa, un sonar, telecamere e strumenti meteorologici. Gli obiettivi principali della missione saranno quelli di analizzare i laghi, per determinare la loro precisa composizione chimica, e studiare il ciclo del metano e di altri idrocarburi. Il sonar dovrebbe effettuare la batimetria dei laghi, determinando la loro profondità, mentre le telecamere dovranno riprendere il “paesaggio” di queste strane regioni di questo stranissimo satellite. Titano, per certi versi, rassomiglia alla Terra, in quanto, come sul nostro pianeta, sembra esistere un’attiva circolazione di liquidi tra la superficie e l’atmosfera. Sulla Terra il liquido/vapore è l’acqua, su Titano è una miscela di metano e etano, in cui il primo è predominante (ciclo “metanologico”).
Al momento la proposta è all’esame della NASA nell’ambito della selezione delle missioni della classe Discovery, la cui realizzazione è prevista nel decennio appena iniziato.