La sonda Hayabusa 2, in orbita attorno all'asteroide Ryugu, ha tirato fuori un'altro asso dalla manica. Dopo aver fatto scendere sull'asteroide un piccolo sciame di mini-robot e il rover MASCOT, Hayabusa 2 ha "bombardato" l'asteroide per portare alla luce gli strati più interni e antichi. A breve atterrerà nel cratere artificiale e preleverà un campione di quel materiale esposto, che gli scienziati ritengono inalterato dagli albori del Sistema Solare.
Cannone spaziale. La sonda aveva già bersagliato l'asteroide, ma adesso si trattava di creare un "vero" cratere, grazie a un impattatore (vedi il video qui sotto), che non è un proiettile o una bomba, ma un cannone. Dopo essere stato sganciato a 500 metri di altezza, l'impattatore ha aspettato che la sonda madre fosse dall'altro lato dell'asteroide per sparare un proiettile alla velocità di 7.200 km/h.
This video shows the descent of the SCI (Small Carry-on Impactor) made from images captured at 2 second intervals just after separation from Hayabusa2 by the onboard TIR (Thermal Infrared Camera). In the background, you can see the surface of Ryugu 500m away. pic.twitter.com/O5niPDb2XI
— HAYABUSA2@JAXA (@haya2e_jaxa) April 21, 2019
L'Hayabusa 2, protetta dal corpo dell'asteroide, non ha ripreso l'impatto. Con la sonda nel cratere artificiale, il materiale prelevato sarà custodito al suo interno fino al 2021, anno in cui è previsto il suo rientro sulla Terra.
Primi passi. A missione conclusa potremo conoscere meglio la natura di questi oggetti, che tra fine aprile e inizio di maggio 2019 sono anche oggetto di una complessa simulazione globale di collisione con la Terra. Ancora di più: questo fossile celeste potrà raccontarci molto della formazione del Sistema Solare.