Da tempo si ritiene che la superficie ghiacciata di Europa, una delle 69 lune di Giove (la quarta, per dimensione) nasconda un immenso oceano che ricopre l'intero satellite. In alcune immagini riprese dal telescopio spaziale Hubble, diversi ricercatori ritengono di avere riconosciuto giganteschi geyser che fuoriescono dalla superficie ghiacciata del satellite. Tuttavia, poiché gli strumenti di Hubble studiano Europa al limite della loro sensibilità, i pennacchi non sono ancora mai stati confermati al 100 per cento.
La sonda Galileo. Ora però una ricerca che ha riutilizzato i dati della sonda Galileo (Nasa), che studiò Giove e alcuni suoi satelliti nella seconda metà degli anni '90, avrebbe messo in luce le prove inequivocabili di almeno un geyser, confermando le ipotesi. In particolare, ci si riferisce al passaggio della Galileo a circa 400 km da Europa: durante il sorvolo il magnetometro di bordo rilevò una variazione del campo magnetico che permea l'ambiente del sistema gioviano.
Secondo Xianzhe Jia (Università del Michigan) e colleghi, che hanno pubblicato la ricerca su Nature Astronomy, il fenomeno può essere spiegato solo se si considera il caso di una importante emissione di vapore acqueo dalla superficie di Europa, tanto intensa da innalzarsi per 200 chilometri.
Tracce di sali in superficie? Questi potenti geyser devono attraversare una crosta ghiacciata che si stima essere tra i 10 e i 30 chilometri di spessore. L’oceano sottostante potrebbe essere un guscio d'acqua profondo anche 100 chilometri: una massa d'acqua relativamente calda, per via delle onde di marea prodotte dalla gravità di Giove.
Sulla superficie di Europa spicca del materiale rosso scuro: in molti lo hanno inporetato per tracce di sali di solfato di magnesio.
Alla luce del nuovo studio è ragionevole pensare che arrivi dall'oceano con i geyser e che si depositi sulla superficie dopo l'evaporazione dell'acqua.
Tracce di vita in profondità? Non per la prima volta, ciò fa pensare alla possibilità che l'oceano interno di Europa possa ospitare una qualche forma di vita, ed è probabilmente in quest'ottica che la luna di Giove sarà studiata in dettaglio dalle prossime missioni in programma, che al momento sono due.
La prima è Juice (Agenzia spaziale europea, Esa), che dovrebbe partire nel 2022 per arrivare attorno a Giove nel 2029: la durata prevista è di tre anni, per studiare, oltre a Europa, le lune Ganimede e Callisto. Sempre attorno al 2022 dovrebbe partire anche Europa Clipper, della Nasa, interamente dedicata allo studio della quarta luna del gigante gassoso.