L'interesse per Venere aumenta sempre più, soprattutto dopo la (contestata) scoperta della fosfina tra le nubi del pianeta. Ai piani della NASA si aggiungono adesso i programmi dell'ESA: «Ci aspetta una nuova era nell'esplorazione del nostro vicino più prossimo, ma estremamente diverso, nel Sistema Solare», ha dichiarato Günther Hasinger, direttore scientifico dell'ESA: «sommato il nostro a quello della NASA, avremo un programma scientifico estremamente completo su questo enigmatico pianeta entro il prossimo decennio».
L'Agenzia spaziale europea ha selezionato EnVision, una missione di esplorazione che studierà Venere dal nucleo fino all'atmosfera più esterna. Sono tante le domande che gli scienziati si fanno su Venere - è un pianeta geologicamente attivo? c'è attività vulcanica in atto? c'è mai stata una tettonica delle zolle? potrebbe aver ospitato la vita? - ma una domanda è più rilevante di altre:
perché, nonostante sia più o meno delle stesse dimensioni e composizione del Terra, il nostro vicino di casa nel Sistema Solare ha sperimentato un cambiamento climatico tale da trasformarlo da un pianeta con oceani e una limpida atmosfera in un mondo inabitabile con un'atmosfera tossica e spesse nubi ricche di acido solforico?
Qual è la storia che ha segnato a tal punto Venere? È un monito per la Terra, su quello che può accadere in conseguenza a un disastroso effetto serra?
In collaborazione con la NASA. L'innovativo insieme di strumenti di EnVision affronterà questi grandi temi. La missione sarà equipaggiata con numerosi strumenti, tra cui un ecoscandaglio per rivelare la stratificazione del sottosuolo e spettrometri per studiare la composizione dell'atmosfera e della superficie, andando alla ricerca di eventuali cambiamenti che potrebbero essere collegati a segni di vulcanismo attivo; un radar (fornito dalla NASA) raccoglierà immagini e mapperà la superficie. In aggiunta sarà condotto un esperimento per sondare la struttura interna del pianeta e il suo campo gravitazionale, e per approfondire la struttura e la composizione dell'atmosfera. Gli strumenti lavoreranno insieme per caratterizzare al meglio l'interazione tra i diversi confini del pianeta - dall'interno, alla superficie, all'atmosfera - fornendo una visione globale del pianeta stesso e dei suoi processi.
EnVision segue il successo della sonda Venus Express dell'ESA (2005-2014), che, dedicata principalmente allo studio dell'atmosfera, ha però anche portato a scoperte incisive indicando possibili punti caldi vulcanici sulla superficie del pianeta. Anche la sonda Akatsuki (della JAXA, l'Agenzia spaziale giapponese) sta studiando l'atmosfera, dal 2015. EnVision migliorerà significativamente le immagini radar della superficie ricavate dalla sonda Magellano della NASA negli anni '90, ma lavorando insieme alle prossime missioni NASA DAVINCI+ e VERITAS, il terzetto di sonde fornirà il più completo studio di Venere di sempre.
Pronta nel 2031. Il prossimo capitolo per EnVision è il passaggio alla dettagliata fase di definizione, in cui verrà definito il progetto per il satellite e i suoi strumenti. Dopo la fase di progettazione, verrà selezionata un'industria europea a cui affidare l'appalto, per costruire la sonda ed effettuare tutti i test necessari. La prima finestra di lancio per EnVision cadrà nel 2031, con altre possibili opzioni nel 2032 e nel 2033. Impiegherà circa 15 mesi per raggiungere Venere, e altri 16 mesi per disporsi nell'orbita definitiva, che sarà quasi polare - della durata di 92 minuti a un'altitudine compresa tra 220 e 540 km.