Sì, anche se è un evento molto raro, che si è ripetuto poche volte nel corso della storia umana. La supernova è lo stato finale, catastrofico, della vita di una stella con una massa almeno 1,4 volte superiore a quella del Sole. La stella esplode quando si rompe l’equilibrio tra la pressione verso l’esterno esercitata dalle reazioni nucleari dei gas che la compongono e la spinta verso l’interno prodotta dalla forza gravitazionale. L’energia emessa è tale da trasformare stelle invisibili a occhio nudo in oggetti tra i più brillanti del cielo notturno, per periodi di settimane o anche mesi. Tra le più antiche osservazioni vi è quella del 185 d.C., quando nei pressi di Alfa e Beta Centauri si “accese” una stella di luminosità –8 (per confronto, Giove ha una luminosità media di –2,6). La scala della luminosità, che aumenta dai numeri positivi a quelli negativi, è congegnata in modo tale che a una differenza di 5 unità corrisponde una differenza di luminosità uguale a 100. La supernova del 1006, osservata dai cinesi, raggiunse una luminosità di –10 e fu visibile per 2 anni. L’ultima supernova a essere osservabile a occhio nudo è stata la 1987A, nella Grande Nube di Magellano. Nel 1987 raggiunse una luminosità compresa tra 2 e 3, pur distando dalla Terra ben 170 mila anni luce.