Il nuovo veicolo spaziale è così segreto e riservato che nemmeno le immagini del progetto sono state rese pubbliche, ma secondo gli indizi (propaganda?) forniti dall'agenzia cinese si tratterebbe di un veicolo da record. Una navicella riutilizzabile che decolla come un aereo, porta gli astronauti in orbita e li riporta a casa atterrando su una pista. Lo vedremo in azione dal 2020.
Non solo imitazioni. Fondata nel 1991, la giovane agenzia spaziale cinese è riuscita colmare il gap con le altre agenzie (Nasa, Russcom ed Esa) raggiungendo velocemente traguardi importanti come l'invio di rover sulla luna e la costruzione di ben due stazioni spaziali. Finora la tecnologia cinese si era basata sul lavoro già svolto dai pionieri russi e americani, ma sembra che proprio dall'estremo oriente possa arrivare la nuova generazione di navicelle spaziali.
L'evoluzione dello Shuttle. L'idea non è nuova, già la Nasa aveva pensato ad un veicolo del genere negli anni '70. Il risultato fu lo Space Shuttle, che atterrava planando, ma che decollava in verticale con la spinta di due razzi ausiliari.
Questo nuovo veicolo invece dovrebbe sollevarsi da terra come un aereo e una volta in quota accendere i motori a reazione per accedere agli strati più alti dell'atmosfera (dove l'aria è così rarefatta da rendere inutili le ali) e infine allo spazio.
Un primato mondiale. L'ESA sta testando un suo shuttle orbitale, l'IXV, ma anche questo a partenza verticale.
Aziende spaziali private come Virgin Galactic e la XCOR hanno progetti per veicoli simili allo spazioplano cinese, ma entrambe si accontentano di un viaggio suborbitale. Tuttavia senza fare un intero giro attorno al pianeta sarebbe impossibile, ad esempio, trasportare materiali o astronauti su una stazione spaziale. Se la Cina avesse successo, renderebbe lo spazio più accessibile e potrebbe diventare lo stato leader nella nuova corsa allo spazio.