Come ormai è noto, lo spazio vicino alla Terra è affollato da asteroidi di piccole dimensioni, alcuni dei quali se entrassero in rotta di collisione con il nostro pianeta potrebbero produrre dei guai seri. Fortunatamente, la nostra atmosfera rappresenta uno scudo efficace per oggetti con dimensioni superiori ad un centinaio di metri (dipende naturalmente dal materiale di cui sono fatti) , ma se queste misure fossero maggiori questa protezione sarebbe praticamente nulla.
Ebbene, lo scorso 19 aprile un piccolo asteroide delle dimensioni approssimativamente di 400 metri, denominato 2005 YU55, è passato dalla Terra a circa 6 distanze lunari (poco più di 2 milioni di km). Se impattasse sul nostro pianeta produrrebbe un cratere di dimensioni comprese tra 4 e 8 km, provocando una devastazione totale su scala regionale. Le osservazioni radar effettuate con la gigantesca antenna da 305 metri di diametro di Arecibo (Puertorico), oltre ad ottenere un’ “immagine” del minuscolo pianetino, hanno permesso di determinarne con estrema precisione l’orbita e ciò ha permesso di stabilire che per il prossimo secolo è esclusa una sua collisione con la Terra. Il prossimo passaggio ravvicinato di 2005 YU55 avrà luogo comunque l’8 novembre 2011, quando transiterà dal nostro pianeta a soli 300.000 km, all’interno quindi dell’orbita della Luna.
Immagine radar dell’asteroide 2005 YU55, un oggetto di circa 400 metri di diametro, che lo scorso 19 aprile è passato a poco più di 2 milioni di km dalla Terra.
Ma agli inizi dello scorso aprile è stato scoperto un altro vicino potenzialmente pericoloso, si tratta di 2010 GU21, che il 5 maggio prossimo passerà dalla Terra a circa 8 distanze lunari.
I cosiddetti Potentially Hazardous Asteroid (PHA), cioè oggetti potenzialmente pericolosi, sono quelli che hanno orbite che li portano a distanze uguali o inferiori a 7,5 milioni di km (o 20 distanze lunari) dal nostro pianeta. A tutt’oggi si conoscono 1.116 PHA. Il loro numero è comunque molto superiore ed un programma finanziato dalla NASA si propone di scoprire il 90% di questi oggetti con dimensioni superiori ai 140 metri entro gli inizi del prossimo decennio. Individuarli significa determinarne le orbite e poter calcolare le loro traiettorie future, potendo così prevedere un possibile impatto con la Terra.