Diversi astronauti lo fanno notare: il cibo nello spazio risulta spesso insipido e poco appetitoso, un fenomeno per certi versi curioso che può trasformarsi in un problema serio per la salute degli astronauti stessi sulla Stazione spaziale internazionale, compromettendo la loro assunzione di nutrienti.
Vecchia ipotesi. Precedenti ricerche avevano suggerito che questo problema fosse legato ai cambiamenti dei fluidi corporei dovuti alla microgravità. Tuttavia molti astronauti hanno segnalato che questi problemi "di gusto" persistono anche quando gli effetti della microgravità si attenuano. Questo ha portato alcuni scienziati a ipotizzare che possa essere l'ambiente isolato e scomodo delle missioni spaziali a influenzare negativamente la percezione dei sapori.
Per approfondire questa ipotesi, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio innovativo, pubblicato sull'International Journal of Food Science & Technology, utilizzando la realtà virtuale (VR) per simulare l'ambiente della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). I partecipanti, 54 persone tra i 18 e i 39 anni, sono stati esposti a tre aromi alimentari comuni (vaniglia, mandorla e limone) in due diversi contesti: un ambiente neutro e una simulazione VR della ISS.
Vaniglia e mandorla sì, limone no. I risultati dello studio hanno mostrato che la percezione degli odori di vaniglia e mandorla era significativamente più intensa nell'ambiente simulato della ISS rispetto al contesto neutro. Questa scoperta è particolarmente interessante perché suggerisce che l'ambiente può influenzare la percezione degli odori, soprattutto per alcuni composti aromatici specifici. L'analisi chimica dei composti volatili, effettuata tramite gas-cromatografia/spettrometria di massa (GC-MS), ha evidenziato che la benzaldeide, un composto presente sia nella vaniglia che nella mandorla, potrebbe essere responsabile della maggiore intensità con cui si percepiscono gli odori quando ci si trova nella simulazione della realtà virtuale. Al contrario l'odore di limone non ha mostrato variazioni significative tra i due contesti, suggerendo che alcune percezioni olfattive possono essere meno influenzate dall'ambiente circostante.
Questo studio non solo fornisce nuove intuizioni sulla percezione sensoriale in ambienti spaziali, ma potrebbe anche avere implicazioni pratiche per migliorare le diete degli astronauti. Sapere che alcuni odori sono percepiti in modo più intenso in un ambiente confinato potrebbe portare allo sviluppo di alimenti più appetibili per le missioni spaziali.
Altre applicazioni. Inoltre l'importanza di questa ricerca va oltre l'esplorazione spaziale. Lo studio potrebbe infatti offrire soluzioni anche per altre situazioni di isolamento e confinamento, come quelle vissute dagli anziani nelle case di cura o dai militari in missione.