Il più grande dei satelliti di Saturno è Titano: è... imponente, più grande di Mercurio, e se ruotasse attorno al Sole anziché a Saturno non avremmo difficoltà a considerarlo un pianeta.
A maggior ragione perché è l’unico corpo del Sistema Solare per il quale abbiamo prove dell’esistenza di laghi, fiumi e piogge. Non cade e scorre acqua, come sulla Terra, ma precipita metano e alcuni composti simili, i quali però hanno la capacità di erodere il suolo - come l’acqua - e hanno perciò dato origine a montagne e valli, proprio come l'acqua sulla Terra.
Nonostante l'inatteso insieme delle caratteristiche, in pochi credevano che su Titano ci potessero essere condizioni adatte a originare la vita, soprattutto per due motivi: la mancanza di acqua liquida e le temperature molto basse, circa -180 °C.
Uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori della Cornell University di Ithaca (New York), pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, apre però nuovi scenari.
La parolina magica è polyimine. La ricerca si è concentrata sul cianuro di idrogeno (HCN), che sulla Terra ebbe un ruolo importante nel dare origine alla vita e che su Titano è stato rilevato dagli strumenti della sonda Cassini (Asi/Esa/Nasa). Il cianuro di idrogeno può dare origine, anche in condizioni di estremo freddo, a una molecola complessa, il polyimine (un polimero), che ha la capacità di accelerare numerose reazioni chimiche necessarie alla vita utilizzando le poche radiazioni che arrivano dal Sole.
«I polyimine possono assumere strutture diverse, e anche alle basse temperature di Titano possono essere in grado di fare cose notevoli», ha spiegato Martin Rahm, del gruppo di ricerca. Quel che manca, per adesso, è trovarlo - il polyimine - perché ipotizzarlo non è sufficiente.