Ieri, 12 settembre, 7:27 ora italiana la sonda Cassini (Nasa/Esa/Asi) si trovava all’apoapse, ossia al punto più lontano della sua attuale orbita attorno a Saturno, a 1,3 milioni di chilometri dal pianeta.
Adesso, mentre si avvicina al pianeta ad una velocità che in questo momento si aggira attorno ai 100.000 chilometri all’ora (circa 6.300 chilometri/ora rispetto a Saturno), lungo la traiettoria che le è stata imposta dall’ultimo avvicinamento a Titano - avvenuto l’11 settembre, quando gli è passato "accanto", a 119.049 chilometri di distanza - la Nasa sta scaricando le informazioni raccolte vicino al satellite più simile alla Terra per la sua densa atmosfera, i laghi e i fiumi (che però non sono di acqua, ma di metano ed etano).
Per non contaminare altri mondi:
la sonda viene fatta precipitare su Saturno per evitare che, non avendo più carburante e non essendo più governabile, possa cadere intatta su altri corpi celesti, contaminandone la superficie con microrganismi portati dalla Terra.
Domani, il 14 settembre alle 21:58 ora italiana, la sonda scatterà le ultime immagini della sua lunga missione, iniziata da Cape Canaveral il 15 settembre 1997, quindi alle 10:22 punterà la sua antenna verso Terra e scaricherà i dati e le fotografie scattate.
Data la distanza Terra-Saturno ci vorranno circa 83 minuti perché arrivino alla Nasa. Da quel momento la stazione terrestre del Deep Space Network di Canberra (Australia), che riceve i dati dalla sonda, rimarrà collegata alla sonda finché sarà possibile, fino alla fine della missione.
L'ultima alba. Il 15 settembre, giorno della fine ufficiale della missione, alle 7:08 Cassini intersecherà per l’ultima volta l’orbita del satellite Encelado. Alle 8:22 attraverserà l’orbita dell’anello F (il più esterno tra quelli principali) per l’ultima volta.
Quindi inizieranno i momenti più drammatici: alle 12:31 (il segnale arriverà a Terra alle 13:54) Cassini inizierà ad attraversare l’atmosfera del pianeta a circa 121.000 chilometri all’ora (rispetto alla Terra) e accenderà i motori al 10 per cento della loro potenza. Un minuto dopo i propulsori verranno portati al 100 per cento, per cercare di tenere stabilizzata la sonda il più a lungo possibile, ma sarà questione di secondi o al più di un paio di minuti.
Poi il segnale verrà perso. L’attrito con l’atmosfera inizierà a disintegrare la sonda: prima si staccheranno i pezzi più grandi, come l’antenna, poi via via quelli più piccoli, e tutto brucierà completamente. In Italia saranno le 13:55 circa quando il segnale si perderà del tutto.
Che cosa si vedrà? Le probabilità che si possa osservare qualcosa sono davvero poche, ma nei vari centri di missione si farà ovviamente tutto il possibile per raccogliere le ultime parole di Cassini.
Il motivo per cui non ci si aspetta molto sta in una serie di fattori. Innanzi tutto, i lampi che potrebbero generarsi dall'impatto tra Cassini e l’atmosfera di Saturno saranno in luce ultravioletta, che viene assorbita quasi completamente dall’atmosfera terrestre.
Inoltre, la maggior parte dei potenti telescopi occidentali si troveranno purtroppo in pieno giorno, impossibilitati a fare qualunque osservazione diretta. Queste saranno invece affidate ai pochi strumenti e ai molti astrofili che, dalla "zona notte" della Terra, cercheranno di cogliere qualche segnale.
Per una sfortunata casualità sarà quasi del tutto inservibile anche il telescopio spaziale Hubble, che proprio nei momenti topici del rendezvous Cassini-Saturno si troverà a volare sopra la cosiddetta anomalia del Sud Atlantico, un’area dove la Terra è singolarmente esposta alle radiazioni cosmiche e dove gli strumenti elettronici delle sonde - e di Hubble - devono essere spenti. La fine di Cassini avverrà insomma in solitudine, senza occhi indiscreti a spiarne gli ultimi istanti.