Titano è un mondo di vaste pianure, dune di materiale organico ghiacciato, laghi di metano e di etano, ed è la prima delle lune di Saturno per le quali è disponibile una carta geomorfologica completa. La mappa è composta dai rilevamenti radar e agli infrarossi e da altri dati raccolti dalla sonda Cassini (NASA/ESA), che ha studiato il sistema di Saturno dal 2004 al 2017, e dal lander Huygens (ESA/ASI), sceso su quella luna nel 2015. Titano, con un diametro di 5.150 km, è la seconda luna più grande del Sistema Solare dopo Ganimede, luna di Giove - ed è più grande del pianeta Mercurio.
Potrebbe esserci vita. I materiali organici (composti a base di carbonio) sono stati rilevati un po' ovunque sulla superficie di Titano. La geologa planetaria Rosaly Lopes (JPL, NASA), che ha coordinato il lavoro di mappatura (lo studio è pubblicato su Nature Astronomy), ammette che «quei composti organici sono molto importanti nel quadro della possibile esistenza di vita su Titano: non va esclusa l'ipotesi che possa trovarsi nell'oceano di acqua liquida che sta sotto la crosta ghiacciata del satellite». Alcuni ricercatori ritengono infatti che i materiali organici possano penetrare la crosta ghiacciata, e ciò potrebbe fornire i nutrienti necessari alla vita, se mai fosse presente in quell'oceano. Michael Malaska (JPL, NASA) fa persino riferimento a «un batterio che, sulla Terra, può sopravvivere in una miscela di acetilene e acqua: forse c'è qualcosa del genere anche nei laghi di Titano».
Dall'equatore ai poli. Sulla Terra, le nuvole portano l'acqua che riempie fiumi, laghi ed oceani. Su Titano, dalle nuvole piovono idrocarburi, come metano ed etano, che sul nostro pianeta sono gas, ma che su Titano si trovano in forma liquida a causa del clima gelido della luna. «Le piogge si verificano ovunque su Titano, ma le regioni equatoriali sono più aride rispetto ai poli», afferma Anezina Solomonidou (ESA). Le pianure, che coprono il 65 per cento della superficie, e le dune, che ne ricoprono il 17 per cento, sono costituite da frammenti di metano e altri idrocarburi congelati, e dominano, rispettivamente, le medie latitudini e le regioni equatoriali di Titano - che è l'unico oggetto del Sistema Solare (oltre alla Terra) che può vantare liquidi stabili sulla superficie, con laghi e mari di metano, prevalenti nelle regioni polari. Le aree collinari e montuose, che si ritiene rappresentino parti esposte della crosta di ghiaccio d'acqua di Titano, quelle cioè non ricoperte da un sottile strato di idrocarburi, rappresentano il 14 percento della superficie.
La mappa di base è dunque pronta, probabilmente in attesa di altri dettagli che saranno aggiunti da qui a quando la NASA tornerà nel sistema di Saturno con la missione Dragonfly, che avrà proprio il compito di esplorare Titano, nel 2034.