Spazio

Encelado e la vita

Nuovi studi dei geyser della luna di Saturno mandano in fibrillazione gli astrobiologi: sembra sempre più probabile che l'oceano interno di quel piccolo mondo sia un ambiente favorevole alla vita.

Sembra davvero che, sotto alla crosta ghiacciata di Encelado, l'oceano che ricopre totalmente il nucleo della piccola luna di Saturno (500 chilometri di diametro) sia un luogo ideale per sostenere la vita. Stando a una ricerca dell'Università di Washington, presentata a fine giugno all'Astrobiology Science Conference (AbSciCon 2019), simposio di astrobiologia indetto dalla NASA, quelle acque, relativamente calde, conterrebbero anidride carbonica, metano e idrogeno in concentrazioni più alte di quanto si pensava.

Saturno, Encelado, Sistema Solare, sonda Cassini, estremofili, archea, microrganismi
Posizione di Encelado e di altri oggetti del sistema di Saturno in relazione all'anello E (E ring) e al punto di intersezione dell'orbita della sonda Cassini col piano degli anelli. Clicca sull'immagine per ingrandirla. © WikiMedia

I ricercatori ipotizzano anche che il pH (la misura dell'acidità di una soluzione acquosa) di quelle acque possa essere più simile di quanto si pensasse a quello degli oceani terrestri, e questo li fa apparire ancora più adatti alla vita. Lucas Fifer, uno dei ricercatori, afferma che quel mix «è un "pasto gratis" per alcuni tipi di microrganismi».

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In prossimità del polo sud di Encelado la superficie è segnata da lunghe e profonde fratture da cui si alzano per centinaia di chilometri potenti geyser: l'analisi dei dati relativi ai getti ha rivelato la presenza di grandi molecole complesse. Per approfondire: Encelado può ospitare la vita? © Nasa / JPL

Ingegneria inversa. Nel suo viaggio attraverso il sistema di Saturno, la sonda Cassini aveva mostrato pennacchi di vapori (acqua e altri elementi volatili) fuoriuscire dalla superficie di Encelado, nella regione del polo sud, sparati nello Spazio per chilometri.

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La struttura di Encelado: sotto la crosta ghiacciata, un oceano planetario circonda interamente un nucleo caldo di silicati. © Nasa / JPL

Sorprendentemente, l'analisi dei dati disponibili per quei geyser ha rivelato grandi differenze rispetto alle ipotesi sulla composizione dell'oceano sottostante: questo perché (affermano i ricercatori) l'eruzione nello Spazio ha come conseguenza una profonda trasformazione della struttura chimica del materiale che compone il getto eruttato. In altre parole: le condizioni dello Spazio alterano le molecole del materiale dei geyser, e questo sarebbe il motivo per cui i dati non coincidono.

In questo modello dei geyser di Encelado le temperature sono espresse in Kelvin (K): 0 K equivale allo zero assoluto (-273,15 °C), perciò 77 K sono circa -196 °C e 273 K sono circa 0 °C. © Bukkia, via WikiMedia / Nasa

I ricercatori della Washinghton University hanno elaborato un approccio tipico dei metodi di reverse engineering, con simulazioni computerizzate sui dati della Cassini, per ricostruire gli effetti del frazionamento del materiale, ossia della separazione dei gas.

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Un'elaborazione 3D della superficie ghiacciata di Encelado. Vedi anche: indizi di vita su Encelado (Saturno) e altri geyser su Europa (Giove). © NASA

Il lavoro ha messo in luce la presenza di idrogeno, metano e anidride carbonica in quantità elevate, in precedenza sottostimate. Da qui il passaggio successivo, ovvero l'idea che il mondo-oceano di Encelado, protetto da una spessa corazza di ghiaccio, sia un ambiente favorevole alla vita... La speranza che tutto questo corrisponda a realtà sta alimentando l'entusiasmo degli astrobiologi.

29 giugno 2019 Luigi Bignami
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