Per gli alpinisti stanchi delle solite arrampicate, ecco la nuova frontiera: una spedizione su Titano, il più grande satellite di Saturno. Su quel mondo lontano la Nasa ha infatti da poco rilevato un bel trio di creste montuose, le Mithrim Monter, la cui cima più alta arriva a 3.337 metri di altezza.
La mappatura è stata realizzata grazie al radar di bordo della sonda Cassini, ancora in orbita attorno a Saturno fino al 2017. Spiega Stephen Wall, del team Cassini al Jet Propulsion Laboratory della Nasa: «La cima identificata non è solo la alta della catena, pensiamo sia anche la più elevata di Titano». Le catene più elevate del satellite di Saturno sono tutte vicino all'equatore (una distribuzione che deve ancora trovare una spiegazione) e hanno tutte una quota media attorno ai 3.000 metri.



I ricercatori cercano una spiegazione a queste catene montuose perché sono il risultato di eventi geologici relativamente recenti: «Come esploratori, è emozionante veder crescere i dettagli della nostra mappa di Titano. E tutte queste informazioni, interpretate, ci racconteranno molte cose della sua storia geologica», afferma Jani Radebaugh, della Brigham Young University di Provo (Utah).
Al momento si pensa che le catene montuose siano il risultato dello scontro di placche di ghiaccio che si muovono le une rispetto alle altre, come succede sulla Terra con le zolle. Il movimento delle placche è alimentato dal grande oceano sottostante la crosta, composto da acqua tenuta in movimento dal calore che arriva dal nucleo.


Titano è l'unico satellite del Sistema Solare che presenta laghi e fiumi, e fenomeni atmosferici come venti e piogge, ma ciò che cade dal cielo e riempie vallate e laghi non è acqua, ma idrocarburi, come metano ed etano. La loro forza erosiva però è molto inferiore rispetto agli agenti atmosferici terrestri perché la quantità di energia solare che arriva fino a Titano per alimentare il ciclo degli idrocarburi è inferiore di quella che sulla Terra dà vita al ciclo dell'acqua.