Spazio

Saturno: ultimi scatti ravvicinati da Encelado

Lo scorso dicembre la sonda Cassini ha effettuato l'ultimo sorvolo ravvicinato della luna di Saturno, l'oggetto più bianco del Sistema Solare.

Il 19 dicembre 2015 la sonda Cassini, che da 12 anni è in orbita attorno a Saturno, ha effettuato l'ultimo sorvolo a distanza ravvicinata di Encelado, la strana luna del pianeta degli anelli sotto la cui crosta ghiacciata molto probabilmente si cela un oceano di acqua salmastra e che, riflettendo il 99% della luce solare, è l’oggetto più brillante del Sistema Solare.

Immagine della regione, denominata “terreni dalmati”, oggetto delle osservazioni della sonda Cassini durante il fly-by del 19 dicembre 2015, il 22° effettuato nel corso della missione. © NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Addio Encelado! Dopo il sorvolo del 16 ottobre a soli 49 km dalla superficie del satellite, che era principalmente dedicato allo studio del calore emesso dalle profonde fessure della regione polare meridionale, battezzate “strisce di tigre”, da cui fuoriescono giganteschi geyser di vapore d’acqua ghiacciato, gas e molecole organiche, un altro fly-by è stato effettuato lo scorso 19 dicembre ad una distanza di circa 5.000 km.

In questo caso, l’obiettivo principale è stato la ricognizione di una vasta regione situata a cavallo dell’equatore di Encelado, già ripresa dalla sonda 10 anni fa, ma che aveva lasciato perplessi gli addetti alla missione a causa della presenza di strane morfologie superficiali.

Immagine della regione denominata Samarkand Sulci ripresa dalla sonda Cassini durante il fly-by del 19 dicembre 2015. © NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Risolto l'enigma delle macchie scure. Durante il fly-by la sonda ha ripreso alcune immagini estremamente dettagliate di queste superfici, grazie alle quali è stato possibile stabilire che le misteriose macchie scure rilevate nel 2005 sono enormi blocchi di ghiaccio, di dimensioni comprese tra decine e centinaia di metri, situati lungo una linea di cresta che si estende lungo una direzione nord-sud.

La loro origine è con ogni probabilità da collegare all’attività criovulcanica che caratterizza questa luna saturniana. La Cassini continuerà a monitorare l'attività di Encelado sino alla fine della sua missione, prevista nel settembre 2017, ma da lontano: i prossimi incontri avverranno infatti a distanze almeno quattro volte superiori al sorvolo del 19 dicembre.

Una animazione dei geyser emessi dalla regione polare meridionale di Enceladus ottenuta con una serie di immagini riprese da Cassini durante il fly-by del 19 dicembre 2015. Cliccate sull'immagine per avviare l'animazione. © NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

I preparativi per il Gran Finale. Proprio in questi giorni la sonda Cassini ha inaugurato una nuova fase di esplorazione di Saturno, grazie a una manovra che ha fatto variare la sua traiettoria orbitale. La manovra è stata eseguita con l’accensione per 35 secondi del motore principale.

È la seconda di 5 modifiche orbitali programmate per l'ultima fase della missione, caratterizzata da una serie di orbite a inclinazioni molto elevate. L'ultima permetterà alla Cassini di sorvolare Titano il 1° febbraio prossimo.

Entro novembre la sonda si troverà posizionata in un'orbita polare attorno a Saturno che la porterà a sfiorare gli anelli principali del gigante gassoso. Poi, dopo 20 orbite, inizierà il "Gran Finale" (questo è il nome ufficiale scelto dalla NASA per la fase conclusiva di questa storica missione).

La Cassini restringerà la sua orbita, in modo da tuffarsi tra gli anelli più interni del pianeta per ben 22 volte, dopodiché, il 15 settembre 2017, si disintegrerà nell'atmosfera di Saturno, terminando così i suoi 20 anni di onorata carriera.

Il suo lancio, infatti, avvenne il 15 ottobre 1997.

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28 gennaio 2016 Mario Di Martino
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