L'accessorio più iconico di Saturno potrebbe essere soltanto una decorazione temporanea, destinata a svanire in un soffio, in termini planetari. Un nuovo studio della NASA pubblicato sulla rivista scientifica Icarus rivela che gli anelli del sesto pianeta del Sistema Solare stanno perdendo materiale più rapidamente di quanto credessimo, alla velocità massima tra quelle ipotizzate dalle sonde Voyager nel 1980-'81, quando vi passarono vicino.
La loro esistenza potrebbe finire in un lampo rispetto alla durata di vita di Saturno, che si pensa essersi formato più di 4 miliardi di anni fa. Non solo: lo studio ipotizza che gli anelli non siano comparsi insieme al pianeta, ma siano un "vezzo" che il gigante gassoso ha acquisito in tempi molto più recenti.
Contesi tra diverse forze. Gli anelli di Saturno sono composti da ghiaccio d'acqua e particelle rocciose di vario spessore, dalle polveri ultrasottili a massi di diversi metri di diametro. La velocità orbitale spinge questo materiale verso l'esterno, mentre la gravità di Saturno lo attrae verso la superficie. A perturbare questo già delicato equilibrio ci si mette anche un altro fattore. Gli anelli sono caricati elettricamente dai raggi UV del Sole e dalle vicine nubi di plasma. Questo li rende sensibili al campo magnetico di Saturno e fa sì che "piovano" nella sua ionosfera, la parte più alta della sua atmosfera.
A questo punto, una reazione chimica li fa brillare negli infrarossi, una proprietà che ha permesso agli scienziati della NASA di studiarne i movimenti. Incrociando le osservazioni del telescopio Keck alle Hawaii con i dati della sonda Cassini, che lo scorso anno si è tuffata negli anelli di Saturno, il team è riuscito a quantificare la portata di questa pioggia.
si prosciugano a vista d'occhio. Ogni secondo, gli anelli perdono una quantità di materiale compresa tra i 432 e i 2.870 kg che finisce verso la superficie del pianeta. «Stimiamo che questa "pioggia di anelli" porti via una quantità di acqua che potrebbe riempire una piscina olimpionica ogni mezz'ora» dice James O'Donoghue, del NASA's Goddard Space Flight Center di Greenbelt, Maryland. «Considerando solo questo fattore, l'interno sistema di anelli potrebbe essere scomparso nei prossimi 300 milioni di anni, ma se aggiungiamo la caduta di materiale dagli anelli verso l'equatore di Saturno misurata da Cassini, allora agli anelli restano meno di 100 milioni di anni».
A metà strada. Questi calcoli permettono di ipotizzare anche l'età degli anelli di Saturno, che potrebbero non avere più di 100 milioni di anni: tanto ci avrebbe messo l'anello C a diventare come è oggi, considerando che un tempo era denso quanto l'anello B.
«Siamo fortunati a poter ammirare il sistema di anelli di Saturno, che è probabilmente a metà della sua esistenza» conclude O'Donoghue. «Comunque, se gli anelli sono temporanei, potremmo appena esserci persi quelli di Giove, Urano e Nettuno, che oggi hanno soltanto anellini sottili!».