Spazio

I satelliti di Starlink oscureranno le vere costellazioni?

La luminosità della flotta di SpaceX che porterà Internet ultraveloce in tutto il Pianeta preoccupa gli astronomi: nei prossimi mesi potremmo ritrovarci con decine di luci artificiali visibili nel cielo notturno.

Il "trenino" di Starlink, la flotta di 60 satelliti di SpaceX che promette di portare l'accesso a Internet ultraveloce anche negli angoli più remoti del Pianeta, sta monopolizzando l'attenzione degli appassionati di Spazio. Non solo per la novità del progetto (migliaia di satelliti per le telecomunicazioni in orbita bassa, per una potenza di segnale senza precedenti) ma anche per un aspetto inquietante notato proprio a poche ore dal lancio: la loro luminosità. Qualcuno li ha anche filmati (se volete farlo anche voi e desiderate sapere quando transiteranno dalle vostre parti, qui trovate i calcoli effettuati da appassionati di astronomia).

Una coda di ufo? Il video della silenziosa processione di luci catturato dall'astrofilo Marco Langbroek (qui sopra) ha suscitato perplessità negli appassionati di osservazioni spaziali, non appena hanno cominciato a ragionare sul numero di satelliti che Elon Musk ha promesso di aggiungere a questa insolita costellazione: circa 1.600 nella prima fase, 12 mila entro la metà del 2020. Un numero impressionante: ad oggi sono circa 18 mila gli oggetti celesti più grandi di 10 cm monitorati in orbita bassa, e tra questi si contano 2.000 satelliti attivi.

Più vicini. Per capire le preoccupazioni degli astronomi occorre partire dall'approccio rivoluzionario del progetto di SpaceX. Se di norma i satelliti per le telecomunicazioni sono posizionati in orbita geosincrona, apparentemente in una posizione fissa sopra l'Equatore a 36 mila km di altezza, i satelliti come quelli di Starlink opereranno in orbita bassa, a 540 km di quota (per ora si trovano a 440 km, poche decine di km sopra la ISS).

La vicinanza consentirà una maggiore potenza di segnale, rendendo superflue le antenne satellitari; in compenso ciascuno si muoverà velocemente attorno alla Terra, coprendone una piccola frazione di territorio. Per una copertura completa ne saranno lanciati a migliaia - per fare un confronto, la rete di satelliti per le telecomunicazioni Iridium, che negli anni '90 ha utilizzato lo stesso approccio, ne conta soltanto poche decine.

Spegnete la luce! Il timore è che, quando la flotta di Starlink comprenderà alcune migliaia di esemplari, in ogni momento vi saranno decine di satelliti visibili ad occhio nudo sopra l'orizzonte: del resto, è già possibile osservare la ISS, che si trova in un'orbita appena più bassa (e che è una soltanto e, almeno, abitata). I satelliti sono ben visibili nel cielo notturno quando sono abbastanza alti da essere investiti dalla luce solare, in particolare poco prima dell'alba e dopo il tramonto.

Durante i mesi estivi, nelle aree circumpolari come Canada e Nord Europa, gli Starlink sarebbero abbastanza illuminati da brillare nel cielo notturno per gran parte della notte.

Starlink: i 60 satelliti ancora in configurazione compatta durante il lancio del 24 maggio, con la Terra sullo sfondo. © SpaceX

Caccia all'intruso. Cees Bassa, astronomo del Netherlands Institute for Radio Astronomy (Olanda) è preoccupato che gli Starlink possano cambiare totalmente l'aspetto del cielo notturno. In base ai suoi calcoli preliminari, riportati dal Guardian, dopo la prima tornata di 1.600 satelliti di cui si conoscono già i dati orbitali, ci saranno 15 satelliti visibili sopra l'orizzonte per 3-4 ore prima dell'alba e dopo il tramonto.

Quando la costellazione di Starlink sarà al completo, nel 2020, i satelliti sopra l'orizzonte nei mesi estivi saranno 70-100. Ciò potrebbe costituire un problema serio per gli astronomi che già ora devono tener conto della presenza dei satelliti quando studiano le immagini delle stellate notturne. Se le possibili interferenze dovessero diventare 12 mila, molte immagini di grandi telescopi conterrebbero almeno una "finta stella". Quelle a lunga esposizione, ne ospiterebbero a decine.

Chi vivrà, vedrà... La speranza di tutti è che le prime osservazioni degli Starlink abbiano enfatizzato eccessivamente la loro luminosità: per osservare la situazione con obiettività, bisognerà aspettare che si collochino nella loro orbita finale. Dopo aver minimizzato il problema su Twitter, Elon Musk ha fatto sapere di aver esplicitamente richiesto una riduzione della loro albedo (cioè del loro potere riflettente).

30 maggio 2019 Elisabetta Intini
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