Da quando è stata lanciata un'auto sportiva nello Spazio tutto sembra possibile e lecito, per le compagnie spaziali private. Ma c'è chi si è spinto oltre il limite: la Swarm Technology, una start-up della Silicon Valley, ha lanciato quattro mini satelliti dimostrativi nonostante non avesse ottenuto l'autorizzazione dalla Federal Communications Commission (FCC), l'autorità governativa che negli USA concede il via libera alla messa in orbita.
I quattro SpaceBee, i satelliti di Swarm - che dichiara di voler creare un network di comunicazione internet via satellite - avrebbero raggiunto l'orbita a bordo di un razzo dell'agenzia spaziale indiana (ISRO) lo scorso 12 gennaio, insieme a una trentina di altri satelliti artificiali autorizzati.
Lo riferisce l'autorevole magazine di tecnologia IEEE Spectrum: se confermato, si tratterebbe del primo lancio di satelliti commerciali avvenuto senza permesso.
Difficili da individuare. I quattro SpaceBee erano stati lasciati a terra a dicembre 2017 per una questione di misure: con 10 cm per lato per 3 cm di altezza - un quarto dei già piccoli CubeSats - sono troppo minuti per essere tracciabili dal network di sorveglianza spaziale degli Stati Uniti. Il rischio è che possano collidere con altri satelliti in orbita - che vengono di tanto in tanto spostati per aggirare detriti spaziali. Nonostante la taglia ridotta, in caso di collisione farebbero danni enormi.
La Swarm Technology aveva allora risposto dotando i satelliti di GPS per una migliore localizzazione, ma non era abbastanza, per la FCC: se gli SpaceBee finissero fuori uso, il GPS non funzionerebbe.
Missione compiuta? Non è chiaro come i quattro satelliti siano poi riusciti a farsi dare un passaggio clandestino fino all'orbita terrestre, ma ora si troverebbero correttamente inseriti, e in traiettorie molto simili a quelle per cui era stata fatta richiesta. In attesa di ulteriori provvedimenti, la FCC ha negato il permesso per un altro lancio della compagnia privata, che era stato fissato ad aprile.