Sappiamo che la materia oscura esiste e che costituisce circa l'85% di tutta la materia dell'Universo (equivalente al 27% circa dell'energia dell'Universo). Ne "vediamo" gli effetti in virtù della forza di gravità che esercita, ma della materia oscura conosciamo poco altro: non interagisce con la materia ordinaria, non emette radiazioni, non è visibile. Non sappiamo di che cosa è fatta.
sentinelle orbitanti. Da qualche anno due fisici statunitensi, uno esperto di scienze della Terra e uno di Spazio, hanno messo a punto una singolare rete di rilevazione dell'elusivo elemento. L'idea è di sfruttare i satelliti GPS che orbitano intorno alla Terra - e in particolare i loro orologi atomici - per individuare eventuali discrepanze che potrebbero fornire indizi sulla natura della materia oscura.
In transito. Tra le varie forme ipotizzate per questo tipo di materia, la cui interazione è troppo debole perché riesca a formare oggetti densi come pianeti, c'è quella di "nuvole" che vengono attraversate da galassie e sistemi stellari.
Si pensa che la Terra si muova nell'alone di materia oscura all'interno della Via Lattea alla velocità di 300 km al secondo (1 millesimo della velocità della luce) e che questo blob di materia oscura impieghi 3 minuti per superare la costellazione di satelliti GPS considerata dai ricercatori. Misurando le anomalie registrate dai loro orologi atomici, si possono ottenere dati sul misterioso elemento.
Lo studio. Andrei Derevianko e Geoff Blewitt, scienziati dell'Università del Nevada, hanno spulciato 16 anni di presunte irregolarità nell'ora segnata dagli orologi atomici di 32 satelliti GPS, posizionati a formare un "rilevatore" virtuale di 50.000 km di apertura.
A qualcosa è servito... La ricerca pubblicata su Nature Communications, non ha identificato errori significativi, forse perché l'interazione è troppo debole per essere captata da questi strumenti, o forse perché le anomalie (variazioni impercettibili, se non a livello subatomico) incrociano la nostra strada con una frequenza minore di quanto ipotizzato. Il rilevatore è però servito a risolvere qualche problema "per esclusione": alcuni modelli sulla natura della materia oscura si sono cioè potuti scartare proprio grazie a questi risultati.