A dispetto dei problemi tecnici del telescopio spaziale Hubble, le compensazioni impostate dal centro di controllo ai suoi strumenti ottici hanno portato alla scoperta di cloruro di sodio (il costituente principale del comune sale da cucina) sul più dinamico satellite di Giove: la superficie di Europa, sulla quale sono anche stati rilevati giganteschi geyser, forse alimentati da un vasto oceano sommerso, è ricoperta di sale. La massa d'acqua nascosta sotto alla sua crosta ghiacciata potrebbe somigliare agli oceani terrestri più di quanto sperassimo.
Un quadro parziale. La presenza di un oceano salato nelle profondità di Europa era già stata suggerita dalle analisi delle sonde Voyager e Galileo, ma l'idea era che fosse per lo più solfato di magnesio (il sale di magnesio dell'acido solforico). Questo perché i cloruri, sali generalmente solubili in acqua, sono praticamente invisibili nel vicino infrarosso (NIR, Near Infrared Reflectance), la lunghezza d'onda nella quale erano state condotte quelle osservazioni.
Le analisi a una più alta risoluzione della superficie di Europa effettuate dal W. M. Keck Observatory, un telescopio ottico e nel vicino infrarosso sul Maunakea (Hawaii), avevano fatto pensare che, accanto a una più contenuta presenza di solfati, vi fosse invece una netta predominanza di cloruri. Si trattava tuttavia solamente di un'ipotesi, in mancanza di prove più consistenti.
Il colpo di scena. Gli autori dello studio coordinato da Samantha Trumbo, del California Institute of Technology (Caltech), sono partiti da una ricerca del 2017, quando, in laboratorio, il cloruro di sodio era stato esposto alla stessa quantità di radiazioni che contraddistinguono Europa. Si è visto che, in quelle condizioni, il sale si comporta come un inchiostro simpatico: cambia colore divenendo tendente al giallo, una caratteristica che normalmente non ha sulla Terra. Questa caratteristica lo rende più facilmente distinguibile - e osservabile - nello spettro visibile.
Alcune regioni geologicamente giovani di Europa, come la Tara Regio, sono proprio di colore giallastro: in pratica il sale era sempre stato lì, in evidenza, ma lo si cercava nelle lunghezze d'onda sbagliate.
La conferma. Usando lo Space Telescope Imaging Spectrograph (STIS) di Hubble, il team ha riconosciuto le tracce di sale nello spettro visibile (a quel punto, alla lunghezza d'onda attesa): una condizione che coincide perfettamente con quanto osservato in laboratorio.
Anche se la scoperta non è una garanzia assoluta della presenza di sale da cucina nell'oceano sotterraneo di Europa, gli scienziati l'hanno localizzato proprio nelle aree in cui il ghiaccio superficiale presenta delle fratture: dove, quindi, l'acqua sommersa potrebbe risalire verso la crosta.