Lo studio degli asteroidi è di primaria importanza per conoscere le caratteristiche che il nostro sistema solare possedeva ai suoi primordi: a differenza dei corpi planetari, che sono stati alterati da fenomeni geologici e/o atmosferici, gli asteroidi sono rimasti incontaminati nel corso del tempo.
L'attesa. Per questo motivo c'era l'aspettativa di importanti risultati dallo studio del materiale riportato a Terra dall'asteroide Ryugu, materiale che era stato prelevato dalla missione giapponese Hayabusa 2 nel 2018 e nel 2019. Hayabusa 2 raccolse 5,4 grammi di materiale durante due atterraggi sulla superficie dell'asteroide.
Durante il primo atterraggio il prelievo si concentrò sul materiale di superficie, il secondo prelievo invece, venne preceduto dal lavoro di un piccolo "impattatore" che creò un piccolo cratere offrendo alla sonda la possibilità di prelevare materiale un po' più in profondità.
I risultati. Alcuni importanti risultati sono stati presentati alla recente Lunar and Planetary Science Conference 2022, una conferenza che si è svolta in Texas. Qui Hisayoshi Yurimoto, professore di geoscienze all'Università di Hokkaido, in Giappone, e responsabile del gruppo di analisi chimica della missione Hayabusa 2 ha dichiarato: «Il materiale riportato da Ryugu è il più primitivo del sistema solare che abbiamo mai studiato sulla Terra. Si tratta di un asteroide di tipo "condrite carbonacea", ossia un asteroide ricco di carbonio».
Questi asteroidi, che sono anche ricchi di acqua e materiale organico, sono una possibile fonte dei "semi della vita" consegnati alla Terra miliardi di anni fa. Continua lo scienziato: «I campioni di Ryugu sono in qualche modo diversi rispetto ad altri oggetti di tipo condritica che abbiamo studiato in precedenza e che derivano da meteoriti cadute sulla Terra. Appaiono più "primitivi" e quindi hanno una composizione chimica molto simile al materiale del primo sistema solare. Questo perché non vi sono mai state modifiche legate a fenomeni geologici di vario tipo».
Materiali organici. La ricerca più importante però, è stata quella realizzata da Hiroshi Nagaoka dell'Università di Kyushu in Giappone, il quale aveva come obiettivo la ricerca di materia organica nei campioni. In un documento presentato alla conferenza si spiega come nei campioni dell'asteroide vi sia più carbonio, idrogeno e azoto rispetto a tutti gli altri asteroidi a composizione condritica carboniosa noti al momento.
L'analisi dello scienziato ha permesso di portare alla luce più di 10 tipi di aminoacidi tra cui glicina e L-alanina, che sono i mattoni delle proteine che gli organismi viventi producono in base al loro codice DNA.
«Abbiamo rilevato vari composti organici prebiotici (prebiotico significa riferito allo stadio precedente la comparsa di organismi viventi, durante il quale si sono formati i composti organici fondamentali per la comparsa dei viventi, ndr) nei campioni, inclusi amminoacidi proteinogenici, idrocarburi policiclici aromatici simili al petrolio terrestre e vari composti», ha detto Naraoka nella sua presentazione.
«Queste molecole organiche prebiotiche possono diffondersi in tutto il sistema solare, potenzialmente come polvere interplanetaria, dalla superficie di asteroidi come Ryugu, per impatto o per altre cause».
Non è compatto. Le ultime ricerche confermano tra l'altro quanto altri studi avevano messo in luce e cioè che Ryugu è nato da una collisione che ha mandato in frantumi il suo asteroide genitore, dopo che parte del materiale diffuso si è poi riunito per gravità, dando origine ad un corpo che non è assolutamente compatto.