La sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Rosetta, dal 6 agosto è in orbita attorno al nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Grazie alle numerose immagini ad alta risoluzione del nucleo cometario che ha inviato a terra, è stato possibile selezionare 5 possibili luoghi di atterraggio per il laboratorio automatico Philae, un robot la cui massa è di circa 100 kg e che porta a bordo un totale di 10 sofisticati strumenti.
Accometaggio. Nelle prossime settimane le zone di discesa che sono state identificate verranno studiate approfonditamente in vista della storica manovra di discesa su una di esse che è prevista per il prossimo 11 novembre, quando la cometa si troverà a circa 450 milioni di chilometri dal Sole. La manovra sarà completamente automatica.
Identificare i cinque potenziali siti di atterraggio non è stato semplice a causa della forma molto irregolare e della superficie estremamente tormentata del nucleo cometario, caratterizzato da due enormi blocchi tondeggianti saldati tra di loro e butterati da numerosi crateri, con ripide scarpate, profondi avvallamenti e crepacci.
Tre dei cinque siti (contrassegnati con le lettere B, I, J) sono situati sulla "testa", ovvero la porzione più piccola del nucleo, gli altri due sul "corpo".
Le lettere con cui sono stati indicati non sono consecutive poiché durante la fase di preselezione erano state assegnate da A a J e adesso alcune di queste lettere risultano scartate; l'ordine non riflette comunque una scala di preferenze.
Data la dinamica del volo al momento del rilascio del lander, l'ellisse di incertezza sul punto di atterraggio può arrivare a 1 km; ecco perché si sono scelte regioni abbastanza ampie e uniformi e se ne sono dovute scartare altre.
Una scelta difficile. La scelta della zona di atterraggio dovrà tenere conto delle esigenze tecniche dell’orbiter e del lander nel corso di tutte le fasi della separazione, discesa e atterraggio, e durante le operazioni sulla superficie, considerando anche i requisiti scientifici dei 10 strumenti a bordo Philae. I fattori principali da tenere in considerazione sono molteplici e riguardano in particolare la possibilità di mantenere le comunicazioni regolari con Rosetta, i pericoli rappresentati dalla superficie - come i grandi massi, profondi crepacci o pendii ripidi -, una illuminazione sufficiente per l’effettuazione delle operazioni scientifiche, e un flusso di luce solare sufficiente a ricaricare le batterie che dopo le prime 64 ore di missione dovranno essere "rimesse in carica", evitando al contempo un surriscaldamento del lander.
Un’impresa tutt’altro che facile!
Una missione storica. La cometa transiterà al perielio il 13 agosto 2015 a una distanza dal Sole di 185 milioni di chilometri. Rosetta ne riprenderà l’attività da un’orbita a poche decine di chilometri dalla superficie, mentre Philae svolgerà le sue analisi ancorata con degli arpioni al nucleo cometario.
Rosetta è una missione di molti primati, tra cui il primo tentativo in entrare in orbita attorno a un nucleo cometario (avvenuto con successo) e di atterrare sulla sua superficie (speriamo, con altrettanto successo).